Questo testo è incompleto.
Notte (Prati, XCVIII) Folletto
Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'

XCIX

VENTO

Oggi che spira detestato vento,
detestato, clié in scn porta la piova,
i vivaci falerni oggi acconsento
al sobrio nappo, ed insanir mi giova.
Ponghiam, dotto Aristeo, tregua al lamento,
se appassirono i fior dell’etá nova:
qualche letizia per i crin d’argento
anco a le feste di Lieo si trova.
Per noi Caio il cinghiai snida dai vepri;
chiosa Manlio un’arguta ode di Fiacco;
Pestio, il vago fanciullo, arde i ginepri:
canta Cinara tua, Lalage arride;
e i morsi d’oro il giovinetto Bacco
lenta a le tigri, e in mezzo a noi s’asside.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.