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Verona illustrata Notizie

GLI EDITORI


Nel pubblicare la Verona illustrata del marchese Scipione Maffei, piuttosto che spendere altre parole in lodarla, dopo i magnifici encomii che le hanno renduto e le rendono tuttavia i nazionali ed i forestieri, noi daremo ragione di quanto abbiamo fatto perchè la stampa d’opera sì celebrata riuscisse degna del nome del suo Autore, mostrando ad un tempo l’amore che poniamo affinchè i libri ch’escono dai nostri torchi, e che formano parte della collezione dei Classici italiani del secolo xviii, possano meritare l’approvazione dei culti leggitori.

Nell’eseguire pertanto la ristampa della Verona, non solamente ci siamo data premura di tenere sott’occhio le precedenti edizioni, ma fummo ancora fortunati di potervi aggiungere tal pregio, che tende la novella nostra edizione in certa maniera originale. Il marchese Maffei, che durante tutta la sua vita giammai non inframmise lo studio delle cose istoriche ed archeologiche, avea divisato di dar fuori prima di morire un’emendata edizione della grande sua opera. A quest’effetto egli riempie un esemplare in foglio della stampa originale del 1732 di postille, in cui ora più chiaramente dimostra o spiega le cose già dette, ed ora espone le nuove opinioni e pareri in cui era venuto su alcuni punti dopo più mature considerazioni. Essendoci quindi giunta notizia come un manoscritto di tanto pregio gelosamente si conservasse presso il marchese Antonio Maffei discendente del marchese Scipione, non tralasciammo nè cure nè spese onde ci fossero comunicate le correzioni e le note che leggevansi in margine al mentovato esemplare, ed alfine vedemmo adempiuto il nostro desiderio.

Lieti di ciò, intraprendemmo la ristampa della Verona; ma per verità ci fu di non lieve fatica il porre a luogo la preziosa suppellettile che ci forniva l’esemplare sovra descritto, in maniera che gli studiosi ne potessero trarre vantaggio senza confusione alcuna. Imperocchè l’Autore non avea già disposte le sue correzioni ed aggiunte in maniera che l’esemplare potesse senz’altro mandarsi alle stampe, ma vi avea notati i pentimenti e le osservazioni di mano in mano che gli si suggerivano alla mente, riserbandosi a digerirle in più opportuna foggia, quando avesse dovuto dar fuori la nuova edizione. In conseguenza se ci è stato facile l’innestare nel testo le correzioni già dall’Autore preparate, non potemmo fare sempre lo stesso per le aggiunte, delle quali alcune dovemmo collocare a piè di pagina, o rispingere al fine dell’articolo, come, p. e., venne fatto a c. 275 del vol. 3.º Quelle postille che non presentavano che un senso oscuro od imperfetto vennero affatto tralasciate. E siccome non di rado trovammo de’ brani del testo segnati con tratto di penna pel lungo della pagina, o vero nel margine, indizio quasi sicuro dell’intenzione ch’avea l’Autore di farvi dei cambiamenti, ci demmo così premura d’avvertire a’ suoi luoghi tale circostanza. Non temiamo adunque di dire essere stala necessaria non comune diligenza per venire a capo d’ordinare l’edizione nella rruiniera che bramavamo, essendoci in ciò serviti di guida principalmente i consigli che all’intraprendere la presente ristampa ci diede il ch. signor avvocato Reina, il quale avendone dapprima fatta conoscere l’esistenza dell’esemplare postillato del Maffei, s’adoperò ancora onde ne potessimo profittare.

Ma poiché ci è occorso di nominare questo distinto nostro concittadino, non ha guari mancato a’ vivi, siaci permesso di rendere in questo luogo testimonianza agli insigni suoi meriti, e di sdebitarci ancora in parte degli obblighi di gratitudine che ci corrono a suo riguardo. Giacche se il Reina, infiammato com’era dall’amore del proprio paese e delle buone lettere, fu a moltissimi cortese de’ suoi lumi, e de’ rari e preziosi libri ch’egli radunò nella cospicua e celebrata sua biblioteca, a noi fu particolarmente largo di pareri e d’aiuto nelle grandiose imprese delle edizioni de’ Classici italiani da noi assunte. Così nella prima edizione egli presto indefessa cura alla ristampa del Gelli ed a quella del Furioso: nella seconda poi, oltre all’avere dettato il Manifesto con cui venne annunziata, scrisse la generale prefazione che va innanzi all’Alfieri, delle cui opere volle rivedere le stampe, la quale briga parimenti si prese per quelle del Parini e del Varano. Compose poscia in acconcia maniera le Vite di questi due poeti, non che di F. M. Zanotti, del Muratori, del Metastasio e del Denina, avendoci anzi procacciate le giunte inedite delle Rivoluzioni d’Italia che nobilitano la nostra edizione di quest’opera. Nè stette contento il Reina d’averci somministrato sì fatti letterarii lavori, e d’avere speso tanfo tempo a pro di quelle nostre ristampe, chè qualunque volta ricorremmo a lui, sempre trovammo in esso l’animo disposto a favorire efficacemente gli amici. E ben fu grande sciagura che i moltiplici suoi affari lo tenessero da qualche tempo discosto per la maggior parte dell’anno dalla nostra città, che più ancora avrebbeci potuto giovare e confortare coll’opera sua, sebbene ancorchè assediato dalle domestiche faccende, si compiaceva di graziosamente ed utilmente risponderci, ognorachè ci avveniva d’interpellarlo. Ove poi la morte non lo avesse così presto tolto dal mondo, certamente ci avrebbe date le raccolte de’ poeti lirici, de’ prosatori, ec., ch’egli aveaci promesso, ed intorno alle quali avea di già lavoralo. Per la qual cosa se la perdita del Reina venne a riuscire amara a ciascuno che tenga in pregio le virtù dell’animo e la vera dottrina, maggiormente dovette riuscirlo a noi, da tanto tempo con lui legati dai vincoli di amicizia e di riconoscenza. Queste parole, congiunte coll’accurata ristampa d’opera tanto famosa quale è la Verona del Maffei, deh possano in ogni tempo rendere manifesti i nostri sentimenti verso d’un uomo veramente benemerito della patria e degli ottimi studi!

Per tornar però a quanto facemmo nell’edizione nostra, aggiungeremo come si sono inserite a’ luoghi rispettivi tutte le addende che si trovano sparse nell’edizione originale, e come si emendarono tutti gli errori che in essa vennero notati, al che non si pose mente con debita cura nella ristampa veneta del 1792. Abbiamo creduto dovere nostro di seguire minutamente la speciale ortografia dell’Autore. L’opera poi venne divisa in sei volumi, essendosi pero conservata la distribuzione in quattro parti, fatta dallo stesso Maffei.

La forma dell’edizione presente richicdette che le favole venissero trasportate alla fine di ciascun volume, essendosi pero collocali a suo luogo i richiami. Furono esse incise da persona diligente, che si è studiata di copiarle fedelmente benchè le abbia ridotte, come era di mestieri, a minore dimensione.

Noi speriamo che gli intelligenti non solo vedranno quale pregio accrescano a quest’ edizione le giunte e le correzioni di cui abbiamo parlato, ma ancora, ove si facciano minutamente ad esaminarla, scorgeranno quante cure vi abbiamo impiegate sicchè potesse ottenere favore pari a quello che già conseguirono tante altre nostre edizioni.

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