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Appendice - Giuseppe Geremia
Appendice - L'apparizione A Vincenzo Bellini


Nacque in Catania nel 1743, ivi morì nel 1814. Studiò in Napoli sotto Durante; condiscepolo ed emulo di Paisiello, Guglielmi, Piccinni, collaborò col Logroscino e con altri insigni nelle opere di genere giocoso, allora tanto in voga.

D’indole mito rifiutò le offerte vantaggiose e onorevoli pei teatri d’Italia e di Spagna. Invitato alla Corte di Pietroburgo preferiva la quiete della sua città; scevro di ambizioni, contento degli agi modesti che la dote della consorte gli aveva procacciati. Fu il primo Maestro di Cappella nella Cattedrale di Catania. Allora manifestò nel genere sacro l’ispirazione più sublime di che era capace.

Chi sa quante volte il vecchio sincero Maestro e un biondo giovinetto, per le vie della città, o per le navate del tempio, negli scambievoli sguardi rivelaronsi l’arcana parola dell’anime loro?

Chi sa quante volte con inusitato rispetto al vecchio strinse la mano plaudendo a quel giovinetto biondo, presangendogli nel nome suo dolce la fortuna e la fama?

Chi sa quante volte lo spirito del Bellini spaziava negli immensi eterni fulgori alle armonie degli organi, destate dalle tue magiche dita, o pensoso Geremia?

Obliato Maestro! dopo ben lunghi anni dalla tua morte, ora che la Patria ricorda la nascita del suo più illustre figlio, noi ti evochiamo, anelando sollevarci in più pure regioni, agli accordi mistici e solenni per cui i nostri padri ti proclamarono illustre.

Sarà benemerito certamente colui che raccoglierà con paziente amore le tue carte, disperse dall’incuria dei tuoi concittadini, e i ricordi della tua vita vorrà tramandare ai posteri, cui giungeranno, forse, più sacri i nomi che la Patria ha dimenticati.

Di gusto severo, d’eccellente discernimento sapesti unire i precetti dell’Arte alle ispirazioni del Genio1. Massima lode!

Noi ti salutiamo, precursore di Vincenzo Bellini. Sul piedistallo innalzato al tuo nome la Gloria colloca la tua veneranda figura.








  1. V: Biografia degli artisti, vol. unico. Venezia M.DCCC.XL. — Sappiamo che il Maestro Salvi Malerba da poco tempo ha interpretato il nostro desiderio; e con molta assiduità procura di rendere noto ciò che rimane delle memorie e delle Opere del Geremia. Facciamo voti che ajutato in codeste ricerche possa risuscitare all’Italia ancora un Artista.
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