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C A P I T O L O XLIX.
QUesti ritornati a Creso, ed a quello risposero la deliberazione de’ Samj per la qual cosa determinò sua Maestà di far la guerra: ma gli Ambasciatori gli dissero: Signore, difficil ti sia la impresa per la singolar prudenza di un uomo chiamato Esopo, ehe sta in Samo; a cui i Samj ogni cosa diferiscono, e credono, e mentre che egli consiglierà, e sarà ne’ lor consigli non potrai vincerli, nè soggiogarli, perciocchè l’ingegno, la prudenza, ed il saper suo, è veramente straordinario, e per questo a noi parrebbe, che prima mandassi a chieder loro Esopo, promettendo di gratificarli, e poscia che avrai nelle tue mani Esopo, potrai agevolmente i Samj vincere, e sottomettare. Creso persuaso dalle parole di costoro, rimandò i suoi Ambasciadori a Samo, i quali addimandarono Esopo, promettendo loro, per riccompensa, di non molestargli più oltre, e rimetterli la richiesta del tributo: I Samj, che troppo di Creso temevano, persuadendosi che dando al Re Esopo, potevano dal tributo liberarsi, e dal timore, che di divenir soggetti avevano, deliberarono mandarglielo. Il che essendo agli orecchi di Esopo venuto; ei fece radunare il consiglio, promettendo dir loro cose allo stato importantissime. Radunato adunque il popolo, e gli ufficiali tutti; drizzatosi Esopo, e fatto segno di silenzio, in cotale sentenza disse.