In base al paese e al luogo in cui vivi, esistono diversi modi per ottenere che le prove siano rigettate in tribunale. Se sei stato accusato di un reato grave, allora conviene assumere un buon avvocato. Tuttavia, se le tue disponibilità economiche non ti permettono un’assistenza legale, c’è una serie di cose che potresti fare.

Il seguente articolo esamina l’argomento in base al diritto tipico dei Paesi con ordinamento giuridico common law.

Metodo 1
Metodo 1 di 1:

Ottenere che le Prove Siano Rigettate

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    Dimostra che la prova non è completa. Nella maggior parte degli Stati con un sistema giudiziario che garantisce l’equità dei processi[1] , le prove non sono ammesse se sono incomplete, alterate e non originali. Si può sostenere che video e registrazioni sono stati tagliati oppure che non contengono pienamente l’evento, oggetto di dimostrazione. Questa linea di difesa va particolarmente bene se hai una ragione legittima per aver commesso il reato presunto. Sostieni che, se il nastro avesse continuato a registrare o se la registrazione fosse cominciata un po’ prima, sarebbe stato più utile, perché avrebbe messo le tue argomentazioni sotto una luce migliore. Se viene data una registrazione completa come prova a tuo discapito e tu sottolinei che si tratta solo di una prova parziale, allora il processo verrà rallentato allo scopo di acquisire la registrazione completa, ammesso che il giudice conceda alla controparte più tempo, perché, in caso contrario, può anche rifiutare di acquisirla come prova. Il giudice potrebbe anche rimproverare alla controparte di non essersi preparata … ma chi avrebbe presentato un’ora di registrazione se la sua intenzione era mettere in luce 10 minuti. Accade spesso quando si ha in serbo un documento sul quale interrogarti. Per scardinare questo tentativo, prova ad affermare di esserti sentito sotto pressione a dire quello che hai detto.
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    Se la prova è completa e originale, come una registrazione vocale o video, probabilmente sarà difficile ottenere che sia rigettata. Tuttavia, puoi controbattere dicendo che non rappresenta adeguatamente la situazione. Per esempio, se esistesse un filmato privo di audio in cui sei ripreso a colpire qualcuno, potresti argomentare dicendo che la persona offesa ti ha detto di colpirla. In America e Australia, ad esempio, se una persona ti dice di colpirla, questo invito invalida il suo diritto di accusarti di aggressione. In realtà, sei tu a poter accusare la controparte di aggressione per aver reagito alle percosse senza il tuo consenso, aggiungendo che il resto della colluttazione è sopravvenuta per autodifesa o provocazione.
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    La prova può essere rigettata, se raccolta illecitamente. Solo la polizia può fare indagini senza mandato di perquisizione, se ha ragionevole sospetto, ovvero un motivo basato sui fatti di sospettare che una persona abbia merce illegale e, in alcuni ambiti, persino di credere che le prove possano essere distrutte o eliminate, se non parte una perquisizione immediata. Naturalmente, possono anche perquisire un bene di proprietà (come l’automobile), se dai il tuo consenso, purché chiarisci che non accetti una perquisizione personale e chiedi se hanno motivo di sospettarti. Possono fare una perquisizione anche se sei in stato di arresto per un reato penale di gravità maggiore (per cui è previsto un processo con giuria, perciò affidati a un avvocato). Se la perquisizione è avvenuta illegalmente, è possibile richiedere che la prova venga rigettata dal tribunale. Una perquisizione può essere considerata illecita nella maggior parte dei casi in cui avviene presso una persona di sesso diverso (a meno che non sia un medico) o in situazioni imbarazzanti, come davanti a una telecamera o ad altre persone, senza aver dato il proprio consenso. Questo perché è prevista la tutela del diritto alla privacy.
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    È stato violato il tuo privilegio contro l’autoincriminazione? In Australia la polizia non è tenuta a dirti che hai il diritto di rimanere in silenzio finché non vieni accusato di aver commesso un crimine. In America vengono letti i Miranda rights a ogni eventuale arresto. Se non viene fatto, l’interrogatorio può essere rigettato. In entrambi i casi, la polizia proverà a interrogare il reo sospetto il più possibile prima di procedere all’arresto effettivo e quello che dirà potrà essere usato contro di lui. Quello che viene detto durante l’interrogatorio può essere rigettato, se si tratta di minori senza la presenza di un genitore o di un tutore oppure se il reo sospetto chiede l’assistenza di un avvocato, prima ancora di essere dichiarato in stato di arresto e in caso l’interrogatorio continui senza dare mezzi e tempo accettabili per richiedere l’intervento dell’avvocato. La polizia può trattenere a lungo per svolgere il suo interrogatorio. In Australia si parla di 8 ore per il fermo e di 4 ore per l’interrogatorio senza portare alcuna accusa (l’arresto non implica che le accuse siano fatte per calmare la persona arrestata). Ogni interrogatorio che superi questo lasso di tempo può essere rigettato per coercizione.
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    Solo la polizia ha la facoltà di interrogare e raccogliere prove sull’identità della persona, se ha il ragionevole dubbio che sia implicata in un reato o che possegga informazioni utili. Non è vero per le prove alcoliche del palloncino e in alcune circostanze in cui acquisisce poteri suppletivi ai fini della sicurezza. In caso di interrogatorio, non importa quanto debole o innocente tu sia, richiedi un avvocato prima che l’interrogatorio prosegua (persino se è un bluff) e conserva quante più prove puoi.
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    Sostieni la coercizione o le minacce. Anche se la polizia ha una tua confessione, quest’ultima può essere rigettata, se affermi di esserti sentito minacciato o costretto quando l’hai rilasciata. In Australia e in alcuni posti è possibile che venga rigettata, se si scopre che la polizia ha proposto un via di mezzo, come la riformulazione di una frase o il pagamento di una multa soltanto. Anche una testimonianza depositata contro di te da un amico può essere rigettata, se si scopre, magari grazie all’ammissione di un poliziotto, che dietro vi era un compromesso o una coercizione. Addirittura, una linea di difesa da adottare può essere quella di dire che hai commesso il fatto perché eri sotto minaccia o per salvaguardare la tua incolumità o quella di altri. Questo avviene comunemente nei processi su controversie automobilistiche. Poiché il limite di velocità era cambiato da poco e venivi incalzato da altri veicoli, sei stato costretto a rallentare al massimo consentito per mantenere la velocità di sicurezza. La legge stabilisce la possibilità di trasgredire solo nella misura in cui la trasgressione stessa avvenga in regime di sicurezza, a meno che non si tratti di un caso di emergenza, e in molte cause dove un segnale stradale non costituiva per il tribunale un’emergenza, l’azione legale è stata rigettata solo perché le foto scattate avevano dimostrato che la velocità era cambiata laddove era stata rilevata una contravvenzione. Alcune persone sfuggono alle indagini, costringendo altre a commettere un reato al proprio posto. Se dichiari di aver ricevuto una telefonata e le registrazioni rivelano che non l’hai avuta, rischi di avere più problemi di prima.
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    Le prove mettono in luce o dipendono da accuse o condanne passate? Se dovesse essere così, le leggi locali probabilmente ti tuteleranno da possibili presunzioni, rendendo inammissibili eventuali reati trascorsi (in cui sei stato dichiarato colpevole, innocente o ti sei dichiarato tale). Puoi anche richiedere un secondo processo se si sostiene il tuo sospetto in virtù di crimini commessi in passato. In realtà, se il sospetto caduto sulla tua persona in seguito a una perquisizione fosse basato su accuse passate, allora puoi richiedere che ciò che è ritrovato nel corso di quella perquisizione, per esempio, non sia ammesso come prova in tribunale. Accade spesso di essere accusati di possesso o contrabbando di marijuana laddove un ufficiale ammette che la perquisizione si poggiava sulla storia dell’imputato; oppure puoi dare il consenso alla perquisizione. Non acconsentire mai a una perquisizione senza mandato. Tuttavia, non opporti se sei oggetto di una perquisizione illegale, poiché qualsiasi cosa trovano non è ammissibile come prova (senza ragionevole dubbio), ma puoi essere tratto in arresto per resistenza.
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    I testimoni sono la fonte principale di prove e questo aspetto è particolarmente problematico nelle cause civili. Questo perché il testimone può renderti la vita difficile. Tuttavia, è necessario che il giudice sia propenso ad appoggiarlo. Fortunatamente nella procedura penale, anche solo per una causa di disturbo dell’ordine pubblico, il procuratore è tenuto a dimostrare le prove della colpevolezza dell’imputato (burden of proof). Sebbene tu sia colpevole, il testimone potrà mentire dichiarando di aver visto più di quello che c’era da vedere e questo sarà peggio di quanto non fosse realmente accaduto. Se sei coinvolto pesantemente in una cosa del genere, così come lo sono in molti, puoi semplicemente dire che il testimone mente finché non prendi posizione. Attacca le dichiarazioni false come meglio puoi, domandando i dettagli che il testimone dovrebbe conoscere, ma che sono improbabili da collegare ad altre prove o testimonianze. Non limitarti solo alle domande, ma incalza dicendo, per esempio: “Davvero? Questo è quello che ricordi. L’ultimo testimone ricordava l’opposto. Che ne pensi?” … “Sul serio hai visto questo? Non sembri esserne così sicuro” … “Menti su tutto o parte della tua testimonianza?” oppure se hai l’opportunità di intimidirlo, prova con: “Le tue affermazioni contraddicono con quello che hanno detto tre poliziotti e sai che è un reato penale mentire nella tua posizione”. Al testimone non conviene mentire e imbastire una storia, che spesso non è esatta, perché la polizia, dal suo canto, non può ricordare ogni capo d’accusa. Se riesci a sorprenderlo persino sui piccoli dettagli, potresti interrogarlo sulla successione accurata degli eventi e chiedere al giudice di rigettare la sua testimonianza.
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    Se puoi farne a meno, non prendere posizione. Il modo migliore per non far ammettere le prove da parte del tribunale è non fornirle laddove non sei tenuto per legge a farlo. Prendere una posizione e poi dichiarare che preferisci non rispondere, perché è tuo diritto non dire nulla che possa incriminarti, corrisponde a un suicidio in seno a un processo. Per di più, in Australia non è previsto questo diritto. La maggior parte delle condanne sono date su ciò che l’imputato dichiara in base alla posizione assunta. Se rappresenti legalmente te stesso, assicurati di dire tutto quello che vuoi dire, mentre interroghi i tuoi testimoni e quelli del procuratore. Se ti comporti così, allora un’affermazione come “Mi sembra che non ci sia alcun bisogno che io prenda posizione” equivale a una dichiarazione di innocenza molto più forte di un’affermazione del tipo: “Scelgo di prendere una posizione”. Tuttavia, questo atteggiamento poggia su quanto hanno dichiarato i testimoni, poiché qualsiasi dichiarazione fatta “al di fuori della tua posizione” non sarà ammessa alle prove e probabilmente non verrà presa in considerazione dal giudice al momento di decidere. Un avvocato sarà in grado di consigliarti adeguatamente se è nel tuo interesse prendere posizione.
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    Se sei sollecitato a prendere posizione, non temere di dire che si tratta di una richiesta stupida, mantenendo la calma e contenendo l’aggressività. Se non ti viene posta sotto forma di domanda, allora non rispondere. Non reagire alle affermazioni di sfida, dal momento che non costituiscono delle prove, ma replica semplicemente. Se non ti viene formulata una domanda, ma solo suggerito uno scenario in attesa di una reazione, aggiungendo: “Che cosa hai da dire?”, c’è una serie di ottime risposte da dare, sul genere “No, non è successo in questo modo” oppure “Non mi è stata fatta alcuna domanda” o ancora “È impossibile rispondere a questo, perché non segue l’effettiva successione degli eventi”. Inoltre, puoi provare a dire “Non sono a conoscenza di questo” oppure “Potrei solo supporlo e le supposizioni non sono ammesse”. Fai il possibile in modo da sembrare di non essere coinvolto direttamente. Naturalmente, non dire mai di supporre ciò che dovresti conoscere, per esempio, in risposta alla domanda “A che velocità andavi?”. Infine, non dire nulla di offensivo nei confronti di nessuno, poiché potrà ritorcersi contro.
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    Molto spesso una causa sarà portata avanti con una sola prova o testimonianza. Se ritieni di ottenere che l’azione legale venga rigettata o posta in dubbio, allora chiedi gentilmente al giudice (come se non fossi sicuro al 100%) se può essere rigettata in virtù della mancanza di prove sostanziali. Di certo, se verrà rigettata, la polizia può ritentare in seguito. In America si potrebbe anche lasciare che la causa segua il suo corso, incrociando le dita sull’esito della sentenza. Se, però, succede, esiste la doppia incriminazione (double jeopardy) e, anche in caso di ulteriori prove, queste possono essere usate se dovessi essere imputato per un reato diverso (il che potrà accadere, talvolta persino se in precedenza sei stato assolto). In Australia riuscire a far rigettare un’azione legale può dimostrarsi un’iniziativa vincente, ma la presentazione di nuove prove può portare a rivedere il tuo caso (vedi R v Carroll[2] ).
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Consigli

  • Spesso mentire, invece di dire la verità, può farti sembrare più onesto agli occhi altrui. Può essere allettante, ma se la verità non è discriminante (contro di te) o così incredibile, allora evita di farlo.
  • Se sei sollecitato da qualcosa come una falsa dichiarazione e dall’altra parte si hanno le prove per contraddirti, prova semplicemente a dire “Se mi si sta suggerendo di aver compiuto un errore, ne ammetto la possibilità, ma da parte mia posso raccontare gli eventi così come li ricordo”.
  • Non rappresentare te stesso per reati penali per cui rischi la detenzione.
  • Non perdere mai la calma. Mostra le tue emozioni, persino dicendo “Non posso crederci che abbia mentito”, senza essere aggressivo. Il giudice e la giuria facilmente condannano le persone aggressive.
  • Non perdere mai la calma davanti a un testimone, poiché dimostreresti di avere poco carattere.
  • Mantieni la stessa versione. Dire che è stato frainteso quello che hai dichiarato va bene finché non dai l’impressione di cambiare la versione dei fatti.
  • C’è un detto tra gli avvocati: “Chi rappresenta se stesso in tribunale è o un pazzo o un cliente”. È meglio assumere un avvocato, se possibile.
  • Non usare mai la parola “ricordato”, poiché significa che la tua versione attuale dei fatti non è così fresca nella tua memoria. Non deve essere mai “come ho ricordato”, ma sempre “come ricordo”.


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Avvertenze

  • Non prendere posizione, a meno che non sia necessario. Anche se sei innocente, esistono modi per farti sembrare colpevole.
  • Se cambi la versione perché ti sei sbagliato, allora ammetti che quella precedente è stata un errore. In caso contrario, la useranno contro di te per farti sembrare disonesto.
  • Dire la verità non implica apparire onesti. La maggior parte delle persone sincere ammettono la possibilità di essere state fraintese. Tu non farlo. Sii convinto che quello che dici sia assolutamente corretto.
  • Un suggerimento dice: se commetti un errore, ammettilo. L’altro dice di non concedere mai la possibilità che si possano commettere errori. A seconda della propria personale sicurezza, è bene scegliere uno dei due. Se non concedi la possibilità di sbagliare, ma poi sei costretto ad ammettere il contrario, l’immagine di sicurezza che ti sei costruito crollerà.


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