Come Preparare il Solfato di Rame in un Laboratorio di Scienze

Info sull'Autore

Il solfato di rame è un composto inorganico che si trova comunemente nei pesticidi per uccidere i batteri, le alghe, le piante, le lumache e i miceti.^{[1]
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Fonte attendibile
National Pesticide Information Center
Vai alla fonte} È il risultato della combinazione fra acido solforico e ossido rameico; si utilizza anche per sviluppare dei cristalli blu brillanti come esperimento scientifico divertente.

Parte 1

Parte 1 di 3:

Preparare la Soluzione di Solfato di Rame

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Riunisci i materiali. Disponi gli oggetti in una zona; avendo tutto l'occorrente in un unico posto, puoi evitare di doverti fermare nel bel mezzo dell'esperimento per cercare quello ti serve. Hai bisogno di:^{[2]
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Fonte di ricerca}
- Ossido rameico;
- Acido solforico;
- Occhiali di protezione;
- Becher di vetro;
- Beuta conica;
- Spatola;
- Bastoncino di vetro per mescolare;
- Capsula di evaporazione;
- Becco di Bunsen;
- Treppiede;
- Filtro di carta;
- Filtro a imbuto.
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Prepara la zona di lavoro. Metti il becher sul treppiede sotto il quale disponi il becco di Bunsen; non dimenticare di indossare la protezione per gli occhi.^{[3]
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Versa l'acido solforico nel recipiente. Scaldalo quasi fino al punto di ebollizione.^{[4]
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Aggiungi dei piccoli pezzi di ossido rameico alla soluzione. Usa una spatola per evitare di bruciarti.^{[5]
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Mescola leggermente il composto con il bastoncino di vetro. Non essere troppo vigoroso per evitare che la soluzione bollente schizzi sulla pelle; mescola per circa trenta secondi dopo ogni aggiunta di ossido rameico.^{[6]
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Continua a scaldare la soluzione finché non hai inserito l'ultimo pezzo di ossido di rame. Devi accertarti che la reazione chimica sia avvenuta, cosa che impiega circa un paio di minuti; la soluzione dovrebbe essere torbida e contenere una polvere nera.^{[7]
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Spegni il becco di Bunsen. Dovresti usare una cartina al tornasole per assicurarti che non ci siano residui di acido nella soluzione; in caso contrario, si formano dei fumi dopo il processo di filtrazione.^{[8]
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Metti il becher da parte. Puoi lasciare che si raffreddi mentre ti prepari a filtrare la soluzione.^{[9]
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Parte 2

Parte 2 di 3:

Filtrare la Soluzione

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Inserisci un filtro a imbuto nell'apertura di una beuta conica. Piega il filtro di carta e inseriscilo nell'imbuto.^{[10]
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- Gli strumenti in polietilene sono più economici e sicuri rispetto a quelli di vetro; inoltre, fai in modo che l'imbuto non abbia un diametro troppo grande, altrimenti la struttura composta dai vari elementi potrebbe diventare instabile.^{[11]
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Accertati di poter tenere il becher in sicurezza. Se è troppo caldo, aspetta che la sua temperatura si riduca; ricorda però che il contenuto è comunque bollente, maneggia quindi il recipiente con cura.^{[12]
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Agita delicatamente il liquido muovendo il becher in maniera circolare. Versa la soluzione nel filtro a imbuto.^{[13]
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Aspetta che tutto il liquido attraversi il filtro. Dovresti notare che la soluzione nella beuta è azzurra; se è ancora piuttosto torbida per la presenza di polvere nera, ripeti il processo di filtrazione finché non diventa pura.^{[14]
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Parte 3

Parte 3 di 3:

Far Sviluppare i Cristalli di Solfato di Rame

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Risciacqua il becher. Devi usarlo per "coltivare" i cristalli e devi evitare che la soluzione filtrata venga contaminata dai residui.
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Versa il liquido azzurro nel recipiente. Fai attenzione durante questa fase, perché la soluzione potrebbe essere ancora calda e scottarti.
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Riponi il becher in un luogo caldo in cui non venga disturbato per almeno una settimana. In questa fase l'acqua evapora e dovrebbero formarsi dei cristalli.^{[15]
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- Questo metodo di cristallizzazione per evaporazione potrebbe richiedere settimane, in base alla temperatura del luogo in cui hai messo il contenitore; alla fine si sviluppano dei cristalli ben formati.^{[16]
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- Puoi anche scaldare la soluzione su un becco di Bunsen finché non è evaporato un terzo o la metà dell'acqua e aspettare che la miscela si raffreddi; questo metodo di cristallizzazione per raffreddamento produce cristalli più irregolari.^{[17]
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