H1N1
Classificazione dei virus
Dominio Acytota
Gruppo Gruppo V Virus a ssRNA-
Famiglia Orthomyxoviridae
Genere Influenzavirus A
Specie Virus Influenza A
Sottospecie H1N1
Sinonimi

Influenza A virus H1N1

Il virus dell'influenza A sottotipo H1N1 è un ceppo virale del virus dell'influenza A, l'unico appartenente al genere Influenzavirus A, della famiglia Orthomyxoviridae.

Ne esistono numerose varianti che causano forme influenzali pandemiche negli animali e negli umani, come la febbre suina.

Caratteristiche biologiche

Trasmissione

Come per l'influenza stagionale, la trasmissione da persona a persona può diffondersi per via aerea attraverso le gocce di saliva trasportate da starnuti o colpi di tosse di persone infette e per mezzo del contatto con materiali o superfici infette.

Patologie nell'uomo

I sintomi dell'influenza sono febbre improvvisa, di norma superiore a 38 °C, e manifestazioni respiratorie (tosse, mal di gola, raffreddore) associati ad almeno uno dei seguenti sintomi: mialgia ed artralgia, letargia e mancanza di appetito. Alcune persone colpite dal virus hanno anche riferito mal di gola, nausea, vomito, diarrea (in particolare nei bambini) e mal di pancia.

Forme pandemiche

Pandemia del 1918

Una variante di questi virus fu la causa della influenza spagnola che tra il 1918 e il 1919 uccise dai 50 ai 100 milioni di persone in tutto il mondo e ne infettò 500 milioni.[1]

Pandemia del 1977

La pandemia di influenza russa del 1977 iniziò nel nord della Cina e nell'Unione Sovietica, e l'Unione Sovietica lo riferì per la prima volta all'Organizzazione Mondiale della Sanità.[2][3][4] Ha provocato circa 700.000 morti in tutto il mondo.[5] La pandemia è stata causata dal ceppo del virus H1N1, che assomiglia molto a un ceppo virale circolante in tutto il mondo negli anni '50.[2][4] È opinione diffusa che il virus sia stato rilasciato al pubblico in un incidente di laboratorio.[4][6][7]

Pandemia del 2009

Un sottotipo di influenza suina del tipo A H1N1 si è trasmessa da alcuni allevamenti di maiali all'uomo nel 2009, causando vittime in Messico[8] e diffondendo la malattia nel mondo[9]. Tale variante è stata chiamata mediaticamente e in gergo colloquiale "febbre suina".

Dal 13 ottobre all'8 novembre 2009 i casi stimati in Italia sono stati 1.521.000, con una percentuale di decessi causati dall'influenza A dello 0,029 per mille, contro il 2 per mille della normale influenza.[10]

Spesso questa epidemia è stata erroneamente accostata all'epidemia di influenza aviaria che ha avuto inizio a cavallo tra il 2003 e il 2004 nel Sud-Est asiatico, il cui virus però era di tipo A H5N1.

Terapie note

Come terapia si ricorre alle stesse cure dell'influenza stagionale: farmaci sintomatici, come gli antipiretici o gli antinfiammatori, e riposo assoluto per almeno 4-5 giorni.[11]

Sui virus influenzali si sono dimostrati efficaci alcuni farmaci antivirali: i soli antivirali raccomandati per il trattamento e la prevenzione dell'influenza umana da virus A H1N1 sono l'oseltamivir (in commercio con il nome di Tamiflu) e lo zanamivir (Relenza). Altri farmaci antivirali in uso da tempo, come l'amantadina e la rimantadina, non sono più efficaci in quanto i virus influenzali hanno sviluppato resistenza nei loro confronti.

Prevenzione

È possibile diminuire il rischio di infezione adottando una serie di comportamenti:

  • lavare le mani accuratamente e più volte al giorno, in particolare dopo aver tossito, starnutito o essersi soffiato il naso;
  • quando si tossisce o si starnutisce è bene tenere un fazzoletto di carta davanti a naso e bocca;
  • dopo aver usato un fazzoletto di carta, gettarlo e lavarsi accuratamente le mani;
  • usare mascherine igieniche in caso di malattia o assistenza a persone malate;
  • mantenere pulite le superfici;
  • inoltre il Ministero della salute suggerisce la vaccinazione per le principali categorie a rischio come: le donne al secondo e terzo trimestre di gravidanza, le persone di età compresa tra più di 6 mesi e i 17 anni con malattie croniche, i bambini tra i 6 e i 24 mesi nati pretermine, gli adulti di età inferiore ai 65 anni con malattie croniche, il personale sanitario e sociosanitario.[12]

Note

  1. cdc.gov/, su cdc.gov. URL consultato il 29 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2011).
  2. 1 2 Influenza Pandemic Plan. The Role of WHO and Guidelines for National and Regional Planning (PDF), su World Health Organization, aprile 1999, pp. 38, 41 (archiviato il 3 dicembre 2020).
  3. Mermel LA, Swine-origin influenza virus in young age groups, in Lancet, vol. 373, n. 9681, giugno 2009, pp. 2108–9, DOI:10.1016/S0140-6736(09)61145-4, PMID 19541030.
  4. 1 2 3 1977 Russian Influenza - an overview, su ScienceDirect Topics. URL consultato il 24 gennaio 2021.
  5. Michaelis M, Doerr HW, Cinatl J, Novel swine-origin influenza A virus in humans: another pandemic knocking at the door, in Medical Microbiology and Immunology, vol. 198, n. 3, agosto 2009, pp. 175–83, DOI:10.1007/s00430-009-0118-5, PMID 19543913.
  6. Rozo M, Gronvall GK, The Reemergent 1977 H1N1 Strain and the Gain-of-Function Debate, in mBio, vol. 6, n. 4, agosto 2015, DOI:10.1128/mBio.01013-15, PMC 4542197, PMID 26286690.
  7. Wertheim JO, The re-emergence of H1N1 influenza virus in 1977: a cautionary tale for estimating divergence times using biologically unrealistic sampling dates, in PLOS ONE, vol. 5, n. 6, giugno 2010, pp. e11184, DOI:10.1371/journal.pone.0011184, PMC 2887442, PMID 20567599.
  8. Febbre suina, allarme dagli Stati Uniti «Forse tardi per fermare l'epidemia», su corriere.it, Corriere della Sera, 25 aprile 2009. URL consultato il 13 gennaio 2012.
  9. 2009 H1N1 Flu (Swine Flu)
  10. articolo sul corriere "Germania, due morti dopo il vaccino", su corriere.it. URL consultato il 16 novembre 2009.
  11. Ministero delle Salute "Nuova influenza - Come si cura, su nuovainfluenza.salute.gov.it.
  12. ministerosalute.it. URL consultato il 15 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2009).

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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