La peritonite terziaria (detta anche peritonite ricorrente) è un'infiammazione del peritoneo che persiste oltre le 48 ore dopo un intervento chirurgico eseguito con successo e in adeguate condizioni chirurgiche.[1][2][3]

La peritonite terziaria è di solito la più grave conseguenza di un'infezione intra-addominale nosocomiale. I pazienti che ne soffrono vengono generalmente ricoverati in terapia intensiva, a causa della natura spesso fatale della malattia, che può portare a insufficienza multiorgano anche in caso di trattamento, e ha un tasso di mortalità del 60%.[4] Segni e sintomi di peritonite terziaria includono febbre, ipotensione e dolore addominale. La diagnosi è spesso difficile e si deve intervenire il prima possibile.

Segni e sintomi

La peritonite terziaria si manifesta spesso in maniera acuta e tra le sue caratteristiche cliniche si annoverano:

Cause

Le cause della peritonite terziaria includono:

I batteri della microflora che causano l'infezione sono di solito microrganismi a bassa virulenza intrinseca, come enterococchi, candida, stafilococchi della cute ed enterobatteri.[7] Si osserva una diversa composizione della popolazione batterica nei casi di peritonite secondaria rispetto a quella terziaria, ovvero un fenomeno di disbiosi (si riduce il numero di batteri "buoni" e/o aumenta il numero di quelli patogeni, quindi si altera il normale equilibrio microbico). Questo è dovuto alla farmacoresistenza di alcuni organismi che rende molto difficile il trattamento, e perciò la prognosi è spesso infausta. La composizione batterica dell'infezione dipende normalmente dal punto da dove origina la peritonite terziaria.[8]

Fattori di rischio

  • età: >70
  • punteggio APACHE >20
  • paziente immunodepresso
  • malattie croniche
  • sesso femminile
  • pregressa peritonite
  • insufficienza di un organo misurata dal punteggio di Goris
  • infezioni fungine
  • malnutrizione
  • microrganismi resistenti alla terapia antimicrobica
  • operazioni chirurgiche consecutive[9][10]

Diagnosi

È difficile diagnosticare la peritonite terziaria, in quanto è difficile distinguere tra secondaria e terziaria e di solito esiste un continuum tra le due. Stabilire il punto in cui una peritonite secondaria diventa terziaria può risultare complicato e quindi spesso quest'ultima non viene diagnosticata.

La diagnosi deve essere tempestiva e preferibilmente precedente ad una laparotomia, per ridurre il rischio di complicanze, migliorando l'esito della patologia. La diagnosi di peritonite terziaria è in primo luogo supportata da segni clinici quali febbre e ipotensione. In chirurgia, viene diagnosticata da una seconda operazione, laparotomia d'urgenza o re-laparotomia. Nella peritonite terziaria, non vi è alcun difetto anatomico nel rivestimento del peritoneo e quindi una laparotomia pianificata o di emergenza dopo il trattamento iniziale è il modo più comune in cui viene diagnosticata.

Al momento, non ci sono parametri o sistemi di valutazione di comprovata efficacia che possano aiutare e guidare la diagnosi di peritonite, ma si ritiene che tre parametri possano essere utili in tal senso: l'Indice di Peritonite di Mannheim, il SAPS II (Simplified Acute Physiology Score II) (punteggio semplificato di fisiologia acuta) e il test della proteina C-reattiva. Solo se eseguiti precocemente, questi parametri possono aiutare a identificare pazienti che potrebbero sviluppare una peritonite terziaria. È importante notare che questi parametri non sono valutazioni definitive della peritonite terziaria e hanno un valore clinico limitato.[11]

Definizione

La peritonite terziaria può essere definita come la persistenza o la ricorrenza di un'infezione intra-addominale con insufficienza multiorgano e una risposta infiammatoria sistemica, nonostante un adeguato trattamento di una peritonite primaria e secondaria. Inoltre, deve persistere oltre le 48 ore dalla riuscita di un intervento e dopo adeguata pulizia chirurgica per eliminare un focolaio di infezione e contaminazione da microbi.[11] Ciò si ottiene mediante il drenaggio dell'area, la rimozione del tessuto infetto e le misure per ripristinare la funzionalità dell'area.[12] La peritonite terziaria è una frequente complicanza di un'infezione nosocomiale intra-addominale in quei pazienti che sono stati ricoverati in unità di terapia intensiva.

La peritonite terziaria differisce dalla secondaria a causa della differenza nella flora microbica e la mancata risposta al trattamento chirurgico e agli antibiotici.[7]

Trattamento

Il trattamento della peritonite terziaria deve iniziare immediatamente dopo la diagnosi. La mortalità dipende dalla gravità della malattia, che di solito è valutata tramite il punteggio APACHE II/III, e dal rischio di un'insufficienza multiorgano. Il tasso di mortalità può raggiungere il 60%. Ciò evidenzia la gravità e la natura fatale della malattia.[13]

Il trattamento dev'essere tempestivo e dovrebbe essere fornita una fleboclisi. Il trattamento include anche la rianimazione, il controllo delle vie aeree, della respirazione e della circolazione del paziente e la gestione dell'insufficienza multiorgano.

Il trattamento dovrebbe prevedere anche una terapia antibiotica ad ampio spettro (spesso in combinazione con trattamento antimicotico). Il trattamento è difficile in quanto i batteri che causano la peritonite sono spesso resistenti al trattamento antibiotico. A seconda della gravità dell'infezione, la durata del trattamento può variare da 48 ore fino a 14 giorni.[14]

Inoltre, il trattamento include un intervento chirurgico per controllare la fonte dell'infezione e ridurre la carica batterica. Gli interventi chirurgici possono includere il drenaggio di fluidi e ascessi, la rimozione del tessuto necrotico e misure per prevenire ulteriori infezioni. Inoltre, il trattamento deve mirare anche a ripristinare le funzioni immunologiche dopo lo squilibrio.[15]

Una diagnosi tempestiva e un intervento efficace sono essenziali per un esito positivo e per evitare una prognosi infausta.

Note

  1. Avery B. Nathens, Ori D. Rotstein e John C. Marshall, Tertiary Peritonitis: Clinical Features of a Complex Nosocomial Infection, in World Journal of Surgery, vol. 22, n. 2, 1º febbraio 1998, pp. 158–163, DOI:10.1007/s002689900364, PMID 9451931.
  2. Christianna M. Kreiss e Anthony J. Bauer, Peritonitis, in xPharm: The Comprehensive Pharmacology Reference, 2007, pp. 1–7, DOI:10.1016/B978-008055232-3.60801-3, ISBN 978-0-08-055232-3.
  3. SanjeevKumar Gupta, ShashiPrakash Mishra, SatyendraKumar Tiwary e Manjaree Mishra, An introduction of Tertiary Peritonitis, in Journal of Emergencies, Trauma, and Shock, vol. 7, n. 2, 2014, pp. 121–3, DOI:10.4103/0974-2700.130883, PMC 4013728, PMID 24812458.
  4. A. Martín-López, S. Castaño-Ávila, F. J. Maynar-Moliner, J. A. Urturi-Matos, A. Manzano-Ramírez e H. P. Martín-López, Tertiary peritonitis: As difficult to define as it is to treat, in Cirugia Espanola, vol. 90, n. 1, 2012, pp. 11–6, DOI:10.1016/j.ciresp.2010.11.005, PMID 21269607.
  5. Peter Linden, Intra-abdominal infection, su Cancer Therapy Advisor, 17 gennaio 2019.
  6. Tertiary Peritonitis: Clinical Features of a Complex Nosocomial Infection, in World Journal of Surgery, vol. 22, n. 2, 1º febbraio 1998, pp. 158–163, DOI:10.1007/s002689900364, PMID 9451931.
  7. 1 2 Tertiary Peritonitis: Clinical Features of a Complex Nosocomial Infection, in World Journal of Surgery, vol. 22, n. 2, 1º febbraio 1998, pp. 158–63, DOI:10.1007/s002689900364, PMID 9451931.
  8. Dynamic changes of microbial flora and therapeutic consequences in persistent peritonitis, in Critical Care, vol. 19, n. 1, 2015, pp. 70, DOI:10.1186/s13054-015-0789-9, PMID 25887649.
  9. Relaparotomy in Peritonitis: Prognosis and Treatment of Patients with Persisting Intraabdominal Infection, in World Journal of Surgery, vol. 24, n. 1, 14 febbraio 2014, pp. 32–37, DOI:10.1007/s002689910007, PMID 10594200.
  10. Age, microbiology and prognostic scores help to differentiate between secondary and tertiary peritonitis, in Langenbeck's Archives of Surgery, vol. 394, n. 2, 15 marzo 2008, pp. 265–271, DOI:10.1007/s00423-008-0301-y, PMID 18343942.
  11. 1 2 SanjeevKumar Gupta, ShashiPrakash Mishra, SatyendraKumar Tiwary e Manjaree Mishra, An introduction of Tertiary Peritonitis, in Journal of Emergencies, Trauma, and Shock, vol. 7, n. 2, 2014, pp. 121–3, DOI:10.4103/0974-2700.130883, PMC 4013728.
  12. Principles of Source Control in the Management of Sepsis, in Critical Care Clinics, vol. 25, n. 4, ottobre 2009, pp. 753–768, DOI:10.1016/j.ccc.2009.08.001, PMID 19892251.
  13. René G. Holzheimer, Management of secondary peritonitis, Zuckschwerdt, 2001.
  14. A Bourgoin, M Leone e C Martin, Prise en charge thérapeutique des péritonites [Therapeutic management of peritonitis], in Médecine et Maladies Infectieuses, vol. 34, n. 5, maggio 2004, pp. 183–195, DOI:10.1016/j.medmal.2004.03.002, PMID 16235593.
  15. Epidemiology and pathophysiology of intraabdominal infections (IAI), in Infection, vol. 26, n. 5, settembre 1998, pp. 329–334, DOI:10.1007/BF02962266, PMID 9795801.
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