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La carità La cassa de sconto
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

A GGESÚ SSAGRAMENTATO

     Ggesù mmio, pe’ li meriti der pranzo
De le nozze de Cana, e in divozzione
De la vostra santissima passione
Esaudite sto povero Venanzo.

     Date la providenza ar mi’ padrone,
E ffate, o bbon Gesù, cc’abbi uno scanzo1
Da potemme2 pagà cquer che jj’avanzo
Pe’ èsse3 stato co’ llui troppo cojjone.

     Dateje la salute, o Ggesù mmio,
Acciò nun crepi cór mi’ sangue addosso,
Cosa da famme arinegacce4 Iddio.

     E ppe’ cquesta preghiera che vve faccio
Dateje presto un cappelletto rosso
Eppoi l’eterna grolia a l’infernaccio.


1° dicembre 1834

  1. Abbia un propizio intervallo di tempo.
  2. Potermi.
  3. Per essere.
  4. Da farmi rinnegarci.

Note

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