Questo testo è stato riletto e controllato. |
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Benedetto Menzini
X1
Al ladro, al ladro. Palemone, Oronte,
Olà gridate al ladro: in quella fratta
Ve’ come si rannicchia, e giù s’appiatta;
Oh oh, già sbuca, e sì rifugge al monte
5Cromi, veloce il piè volgi da fronte;
Arriva, arriva. Oh quanta strada ha fatta!
Oh Cieli, oh Dei! Per così lunga tratta
Chi fia, che più ’l raggiunga, e che ’l raffronte?
Così diceva Ergasto; e Cacco intanto
10Si rise del Pastor, ch’era già fioco
Per quell’inutil suo gridar cotanto.
Anzi giurò che a quel medesimo loco
Più volte tornerebbe; e si diè vanto,
D’aver la frode, ed il rubar per giuoco.
- ↑ Rapina baldanzo.
Note
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.