< Amori (Savioli)
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II - Il Passeggio
I - A Venere III - Il Mattino


Già già sentendo all’auree
     Briglie allentar la mano
     Correan d’Apollo i fervidi
     4Cavalli all’oceano.
     
Me i passi incerti trassero
     Pel noto altrui cammino,
     Che alla città di Romolo
     8Conduce il pellegrino.
     
Dall’una parte gli arbori
     Al piano suol fann’ombra,
     L’altra devoto portico
     12Per lungo tratto ingombra.

La tua, gran padre Ovidio,
     Scorrea difficil arte,
     Pascendo i guardi, e l’animo
     16Sulle maestre carte;
     
Quando improvviso scossemi
     L’avvicinar d’un cocchio,
     E ratto addietro volgere
     20Mi fece il cupid’occhio.
     
Su i piè m’arresto immobile,
     E il cocchio aureo trapassa,
     Che per la densa polvere
     24Orma profonda lassa.
     
Sola su i drappi serici
     Con maestà sedea
     Tal che in quel punto apparvemi
     28Men donna assai che Dea.

Più bello il volto amabile,
     Più bello il sen parere
     Fean pel color contrario
     32L’opposte vesti nere.
     
Tal sul suo carro Venere
     Forse scorrea Citera,
     Da poi che Adon le tolsero
     36Denti d’ingorda fera.
     
La bella intanto i lucidi
     Percote ampi cristalli;
     L’auriga intende, e posano
     40I docili cavalli.
     
Tosto m’appresso, e inchinomi
     A quel leggiadro viso,
     Che s’adornò d’un facile
     44Conquistator sorriso.

Amor, di tua vittoria
     Come vorrei lagnarmi?
     Chi mai dovea resistere,
     48Potendo, a tue bell’armi?
     
In noi t’accrebbe imperio
     La destra man cortese,
     Che mossa dalle Grazie
     52A’ baci miei si stese.
     
Risvegliator di zefiri
     Ventaglio avea la manca,
     Onde solea percotere
     56Lieve la gota bianca.
     
Ne’ moti or lenti, or rapidi,
     Arte apparía maestra;
     Lo Spettator dell’Anglia
     60Così le belle addestra.

O man, che d’Ebe uguagliano
     Per lor bianchezza il seno,
     Ove fissando allegrasi
     64Giove di cure pieno.
     
Forse sì fatte in Caria
     Endimíon stringea,
     Quando dal carro argenteo
     68Diana a lui scendea.
     
Quei vaghi occhi cerulei
     Movea frattanto Amore;
     Rette per lui scendevano
     72Le dolci note al core.
     
Come potrei ripetere
     Quel ch’ a me udir fu dato?
     Dal novo foco insolito
     76Troppo era il cor turbato.

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