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Il volgere del tempo che seco trascina ed affoga le memorie dei più gravi eventi, od almeno ne attenua la ricordanza, nulla può sul culto professato per gli uomini veramente sommi, e l'ammirazione per loro, ben lungi dallo scemare, va continuamente crescendo, perchè il progredire degli studii mette in evidenza sempre maggiore l'entità della contribuzione che seppero recarvi. E valga il vero: giammai come ai nostri giorni furono in onore gli studii sopra Dante, la maggior figura del medio evo; mai come ora si moltiplicarono le indagini intorno a Leonardo, l'uomo meraviglioso che domina con la sua immensa figura due secoli; e Galileo, oggetto costante di amorose ricerche, ha avuto or ora il maggior omaggio che potesse essergli reso, con la raccolta diligente di tutta la sua mirabile produzione scientifica.

Ma fra questi giganti può ben dirsi giganteggi la figura di un altro sommo italiano che è fra i maggiori luminari dei quali si onori il genere umano, e che, sebbene in campi meno accessibili alla generalità, ha segnate nuove vie e lasciate traccie profonde ed indelebili del suo passaggio nel mondo. Archimede, la cui grandezza raggiunge i limiti del favoloso, è senza rivali nella scoperta di verità matematiche e nel fondamento di principii fisici; si porta così avanti nelle scienze meccaniche da dover aspettare ben dieciotto secoli chi continui l'opera da lui iniziata; nume tutelare della patria, trova nel suo genio inesauribile sempre nuovi e meravigliosi espedienti per resistere all'insaziabile avidità conquistatrice della gran gente romana.

Quel tanto che della sua produzione scientifica è pervenuto insino a noi non è stato purtroppo ancora tradotto nella nostra lingua, e così, in questi tempi nei quali il greco originale e la veste latina, che il rinascimento si affrettò a darvi per metterla alla comune portata d'allora, vanno diventando l'appannaggio d'un numero sempre più ristretto di studiosi, accade che molti di quelli che pur vanno per la maggiore e parlano e scrivono di Archimede non lo conoscono che attraverso una traduzione, e ad ogni modo non sono in grado nè di gustare il testo originale nè di apprezzare le buone versioni che se ne hanno nell'altra lingua classica.

Sul declinare della vita, e prossimi ormai a conchiudere una attività quasi per intero dedicata alla storia delle scienze, abbiamo voluto tentar di ritrarre questa straordinaria figura in modo da farne comprendere tutta la grandezza a chi non abbia potuto accostarsi alle di lui opere; e per questi soltanto abbiamo scritto, augurandoci non lontano il giorno in cui o se ne tragga in luce la versione che giace dimenticata tra le carte dell'ultimo discepolo di Galileo, o le forze riunite di un filologo e di un geometra diano all'Italia una edizione italiana di tutti gli scritti del più grande matematico dell'antichità, che pienamente soddisfi alle crescenti esigenze dei nuovi tempi.

Indice

  •  I 
  •  II 
  •  III 
  •  IV 
  •  V 
  •  VI 
  •  Bibliografia 
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