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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1830
ASSENZA1 NOVA PE’ LI CAPELLI.
Vòi sentì un fatto de Tetaccia2 storta,
La mojje de Ciuffetto er perucchiere?
Ciaggnéde3 cuer paìno4 der drughiere,5
4Pe’ comprasse6 un tantin de beggamorta.7
La bbirba stiéde8 un po’ ddrento a ’na porta
Indóve tiè ccerte boccette nere;
Poi scappa e disce: “Oh cqueste sì sso’ vvere!
8Tiè, odora: ah! bbenemio!, t’ariconforta.„9
Lesta attappò er buscetto cór turaccio,
E ariscosso un testone10 de moneta,
Mannò11 a ccasa contento er gallinaccio.
12Ma ssai che cce trovò? ppiscio de Tèta;
Che ppe’ ggabbà cquer povero cazzaccio
S’era messa l’odore in ne le déta.12
24 agosto 1830.
- ↑ Essenza.
- ↑ Teresaccia.
- ↑ Ci andò.
- ↑ Zerbino. [Cfr. la nota 2 del sonetto: Er guitto ecc., 17 febb. 30.]
- ↑ Droghiere.
- ↑ Comperarsi.
- ↑ Bergamotta.
- ↑ Stette.
- ↑ [È un odore che ti riconforta.]
- ↑ Moneta d’argento da tre paoli. [Poco più d’una lira e mezzo delle nostre.]
- ↑ Mandò.
- ↑ Nei diti.
Note
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