< Caccia e Rime (Boccaccio) < Appendice
Questo testo è stato riletto e controllato.
26. Se io credesse, Amore, che in costei
Appendice - 25 Appendice - 27

Se io credesse, Amore, che in costei
     Virtute o senno o sentimento fosse,
     El fuoco che mi cuoce e che mi cosse,
     Come tu ài voluto e vo’, per lei,
     Credo con pazienza sofferrei5
     Drieto al dificio1 ch’amarla mi mosse,
     Benché cener già sian le polpe e l’osse2,
     E lo spirito manchi a’ sospir miei.
Ma perch’io veggio suo basso intelletto
     Nulla sentir che laudevole sia,10
     Contra mia voglia a te sono suggetto;
     E poi, sdegnoso, piango il mio difetto,
     Che la fe’ donna dell’anima mia,
     Della qual mai non spero aver bailia3.

  1. «Edificio, macchina,» e qui, figuratamente, «complesso delle ragioni.»
  2. Il corpo; c’è un ricordo di Dante (Inf., XXVII, 73).
  3. Per il conto in cui è tenuta qui la donna (cfr. specialmente il v. 9) si legherebbe a questo il son. LXXXIX, 9-14.


Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.