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LII. Se mi bastasse allo scriver, l’ingegno
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LII.


Se mi bastasse allo scriver, l’ingegno,
     La mirabil bellezza e ’l gran valore

     Di quella donna1, a cui diede il mio core
     Amor, della mia fede eterno pegno;
     Et anchora l’angoscia ch’io sostegno5
     O per lo suo o per lo mio errore,
     Veggendo me della sua gratia fore
     Esser sospinto da crudele sdegno:
Io mostrerrei assai chiaro et aperto
     Che ’l pianger mio et mio essere smorto10
     Maraviglia non sia, ma ch’io sia vivo.
     Ma, poi2 non posso, ciaschedun sia certo
     Che gli è assai maggiore il duol ch’io porto,
     Che ’l mio viso non monstra et ch’io non scrivo.

  1. È da costruire: «Se l’ingegno mi bastasse allo scrivere la mirabil bellezza ecc.».
  2. «Poiché.»


Note

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