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Li sbasciucchi Le ggiubbilazzione
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

CACCIA ER CAPPELLO A TTUTTI

     Me pèrdeno er rispetto perchè io
Porto la riverèa1 da servitore?
Ma ddiino tempo, ch’er padrone mio
Sta llì llì pp’èsse fatto monziggnore.

     E ggià mm’ha ddetto che, ssi ppapa Pio
Pe’ un par d’anni de ppiù ccampa e nnun more,
Lui spera ggià cco l’agliuto de Ddio
D’avé er cappello e arimutà ccolore.

     Poi, chi ssa? un callo e un freddo... un freddo e un callo,2
Co ste leggne che cqui sse fa la soma:
Tutto dipenne da Monte-Cavallo.3

     E allora disce4 che mme dà er diproma
De cavajjer de Roma e Pportogallo,5
Pe’ ffamme arispettà dda tutta Roma.


Roma, 31 dicembre 1832

  1. Livrea.
  2. Un cangiamento imprevisto.
  3. Il Quirinale, dov’è quello de’ palazzi pontifici nel quale oggi si tiene il conclave.
  4. E dice che allora, ecc.
  5. Ordine di Cristo.

Note

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