< Canti (Sole)
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A G.S.V.
avventurata e cortese educatrice di rosignuoli
Rivederla! Ad un illustre ecclesiastico

A G. S. V.
avventurata e cortese educatrice di rosignuoli



De’ più soavi amante
     Canori augelli, onde gelosa è Flora,
     Insidïai l’errante
     Usignuol per le molli ombre talora;
     E sotto i pioppi del natal mio fiume5
     Più nidi orbai de la famiglia implume.

Pur le speranze e l’ore
     Che ai miei dolci negai studi romiti,
     E il lungo industre amore
     Non valser grazia ai piccioli rapiti,10
     Che giù ponean le fredde ale tremanti,
     Nè adulto un sol me ne venia fra tanti!

Onde sin presso al muro
     De l’eremo beato, ov’io vivea,
     Il rosignuol securo15
     Porre i talami al sole omai potea:
     Chè, d’inutili furti in cor sfidato,
     L’elegiaco obblïai popolo alato.


Or come il novo aprile
     Rinfronderà le ville in Mergellina,20
     A l’antica, o gentile,
     Per te ritornerò dolce rapina;
     Poi che mi apprendi in graziosi modi
     Quanto ai gracili e implumi orfani approdi.

Oh il potevi tu sola!25
     Tu sola, amor de l’usignuol possente1
     Che le notti consola
     E il vigile dolor de l’occidente;
     E d’ispirate melodie profonde
     Del secolo a le gravi ansie risponde.30

Tu che sedente a l’ara
     Del Genio i suoi divini estri alimenti,
     E invidiata e cara
     Sacerdotessa di sue note ardenti,
     Primiera accogli i numeri sovrani,35
     Onde i teatri fremeran domani,

Tu de l’armoniosa
     Alata madre divinar potevi
     Ogni cura pietosa
     Che le mestizie de l’esiglio allevi40
     Ai suoi perduti, se pietà può mai,
     Alleggiar tutti de l’esiglio i guai!


Grazie o cortese! E quando
     A queste riederai floride sponde,
     I cari ozi lasciando45
     D’Agata e le tranquille ombre gioconde,
     Ove passi romita anni contenti
     De l’Itala melode a le sorgenti,

Due giovani usignuoli
     De’ Camaldoli schiusi entro le rose50
     Sotto nitidi soli,
     Deporrò ne le tue mani vezzose;
     Perchè beati de la tua carezza
     Pongan l’ombrosa natural fierezza.

Oh allor per essi almeno55
     (Sì poca oggi le preci ebber ventura!)
     Per questo aer sereno
     Scorra la voce tua limpida e pura,
     Ed ei la madre che oblïar non sanno,
     In quella voce, o Giuseppina, udranno!.60

Marzo 1858.
  1. Giuseppe Verdi, che rimane abitualmente in una sua Villa, detta S. Agata, messa in riva al Po.

Note

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