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Campa, e llassa campà A li sori anconetani
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1830

CONTRO ER BARBIERETTO DE LI GIPPONARI1

     Quer zor chicchera2 lli ccór piommacciolo3
Va strommettanno pe’ Ccampo de Fiore
Che ll’àsole4 che tièngo5 ar giustacore
4Titta6 er sartore nun l’ha uperte a solo7.

     Je pijja8 ’na saetta a farajolo,9
Je viènghino tre cancheri in ner core!
L’averà fatte lui cór su’ rasore,
8Facciaccia de ciovetta in sur mazzolo!10

     ...’Ggia san Mucchione!11 ancora nun è nato
Chi me pòzzi fà a mene er muso brutto,
11Senza risico d’èssece ammazzato.

     Ma tanto ha da finì che sto frabbutto,
Sto fïaccio de cane arinegato
14S’ha da cavà la sete cór presciutto.

3 marzo 1830.



Note

  1. [Della Via de' Giubbonari.]
  2. [Milordino, logica. E si dice anche in milanese.]
  3. [Perchè allora i barbieri facevano da flebotomi, e piumacciolo si chiama anche in Toscana “quella pezzetta ripiegata a più doppi, che si mette sull’apertura della vena da cui s’è cavato sangue, e poi ci si fa sopra la fasciatura.„]
  4. [Gli occhielli.]
  5. [Tengo: ho.]
  6. [Bista, Giambattista.]
  7. [Vale dunque a dire che c’è altri che m’ha aperto qualche occhiello, che m’ha dato qualche coltellata.]
  8. [Gli pigli: lo colga.]
  9. [A ferraiolo, cioè: “che lo copra tutto, lo ammazzi d’un colpo.„]
  10. [Sulla gruccia.]
  11. [Accorciamento eufemistico di mannaggia (malannaggia) san Mucchione!, che è uno dei parecchi santi inventati dal popolo per non bestemmiare quelli veri.]

Note

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