Questo testo è incompleto. |
◄ | Capitolo XI | Capitolo XIII | ► |
108. I riprovati saranno precipitati nel fuoco, o vi manderanno dei sospiri. i- singulti. 109. Vi resteranno (indiò dureranno i cieli, e la terra, a meno die Dio non voglia altrimenti. Il tuo Signore fa ciò che vuole, e lo fa bene. HO. I beati saranno in paradiso; vi resteranno finché dureranno i cieli. <■ la terra, a meno che il Signore non voglia aggiungervi qualche benefizio perpetuo. 111. Non dubitare affatto su ciò che gl'infedeli adorano. Essi adorano ciò i he adoravano i loro padri. Noi pagheremo ad essi la loro parte senza alcuna diminuzione. 11-2. Demmo a Mosè il libro ; si posero a disputare su questo libro ; se la parola di Dio non fosse stata pronunziata, certamente le loro vertenze sardi- nero state ben presto finite. 11 tuo popolo ancora, o Maometto. è nel medesi ino dubbio. 113. Dio pagherà a tutti il prezzo delle loro opere, imperciocché è istruito di tutto ciò che fate. 11 i. Segui il cammino retto siccome ne hai ricevuto l'ordine; che quei che si convertono con te non commettano più iniquità, poiché Dio vede le vostre azioni. 115. Non vi appoggiate sui cattivi, per timore che il fuoco non vi attacchi; voi non avrete protettore contro Dio. non avrete vermi soccorso. 116. Fate la preghiera alle due estremità del giorno, ed all'ingresso della notte; le buone azioni allontanano le cattive. Avvisate quei che pensano. 117. Perseverate, perché Dio non farà perire la ricompensa di quei che l'anno il bene. 118. Fra le generazioni che vi hanno preceduto, quei che praticavano lavi tù, e proibivano di commettere delitti sulla terra , erano in piccolo nume - Noi li abbiamo salvati, ma i malvagi seguirono le loro voglie, e furono co pevoli. 119. Il tuo Signore non distrugge le città abitate dai giusti. 120. Se Dio avesse voluto, avrebbe fatto di tutti gli uomini un solo popolo Ma non cesseranno di essere diversi fra loro, fuorché quelli a cui Dio avrà a cordata la sua misericordia. Egli li ha creati perciò, afllnchè la parola di Di si eseguisse allorché disse : Io empierò l'inferno di genj, e di uomini. 121. Ti raccontiamo queste storie dei nostri inviati per consolidare il tuo cuore. Per mezzo di esse la verità scende su te, egualmente che l’ammonizione, e l’avvertimento peri credenti. 122. Di a quei che non credono. Agite per quanto è in vostro potere. Noi agi remo ancora; ma attendete la line, noi ancora l’attenderemo. 123. A Dio appartengono le cose nascoste dei cieli, e della terra; tutto ritorna a lui. Adoralo, e poni la tua fiducia in lui. Il tuo Signore è in attenzi ne di ciò che fanno. CAPITOLO XII. GIUSEPPE. Iiato alla Mecca. — 111 Verseti!. In nome di Dio clemente, e misericordioso. 1. A. L. II. Sono i segni del Libro evidente. 2. Noi l'abbiamo fatto scendere dal cielo in lingua araba, acciò lo compi er, diale. CAPITOLO Xll. 113
- t. Ti racconteremo la più bell’istoria che t'abbiamo rivelata in questo Covano, un'istoria di cui fin qui non hai avuto conoscenza.
-t. Un giorno Giuseppe disse : Padre mio ! ho veduto undici stelle, e il sole, e la luna, che m’adoravano. .“>. Figlio mio, rispose Giacobbe, bada bene di non raccontare questo sogno a tuoi fratelli, acciocché non abbiano ad immaginare contro di («.qualche artifizio, poiché satanasso è il nemico dichiarato dell'uomo. (i. Cosi Dio ti prenderà per il suo eletto, e t’insegnerà l'interpetrazione degli avvenimenti ; ti colmerà de'suoi benefici, te, e la famiglia di Giacobbe, siccome ne ricolmò i tuoi antenati Abramo, ed Isacco. Il tuo Signore è sapiente . e saggio. 7. Per verità vi sono nella storia di Giuseppe, e de'suoi fratelli, dei miracoli per quei che disputano (1). 8. Un giorno i suoi fratelli si dicevano l'un coll'altro : Giuseppe, ed il suo fratello Beniamino, sono più cari a nostro padre, e pure noi siamo in maggior numero. In verità nostro padre è in errore evidente. !). Uccidete Giuseppe, ovvero allontanatelo ; le affezioni di vostro padre saranno esclusivamente per voi. Quindi voi vi condurrete da persone da bene. 10. Uno di loro disse allora : Non date la morte a Giuseppe, gettatelo piuttosto in fondo ad un pozzo, se volete assolutamente disl'arvene ; qualche viandante passerà, e lo raccorrà. 11. Un giorno i fratelli di Giuseppe dissero a Giacobbe : Padre nostro! perché non ci affidi Giuseppe? e pure noi gli vogliamo bene. 12. Lascialo venire domani con noi, ei pascerà le mandre , e si divertirà: noi lo guarderemo. 13. lo sarò dispiacente, disse Giacobbe, se lo condurrete con voi. Temo che qualche lupo lo divori in un momento che non baderete a lui. 11. Se un lupo venisse per divorarlo, noi, che siamo in molti, saremmo ben sufficienti per poterlo difendere. 15. Quindi condussero Giuseppe con loro, e tutti d’accordo lo gettarono in un pozzo. Noi facemmo questa rivelazione a Giuseppe : Tu ridirai a loro ( un giorno) ciò che hanno fatto, e non lo comprenderanno (2). Ili. La sera si presentarono innanzi al loro padre piangendo. 17. Padre nostro! dissero, ci siamo allontanati per vedere chi correva più di noi, ed abbiamo lasciato Giuseppe vicino ai nostri cani da caccia, ed intanto un lupo l’ha divorato. Ma tu non ci crederai, sebbene ti diciamo la verità. I«. Quindi gli mostrarono le sue vesti macelliate di altro sangue (3). Giacobbe lor disse : No ; siete voi che avete simulato ciò : ma é meglio prender pazienza. Imploro il soccorso di Dio nella disgrazia che mi narrate. 19. Accadde clic alcuni viaggiatori passarono di là; mandarono un uomo a prendere dell’acqua; costui calò il secchio nel pozzo, e gridò: Che fortunato incontro ! ho trovato un fanciullo. Lo nascosero per venderlo : ma Dio conosceva le loro azioni. 20. Lo venderono per un prezzo vile (i), per pochi drammi d'argento, e poco curando di ritenerlo con loro. 1 Cosi sembra doversi intendere la parola Satlin, giacché questa storia fu raccontata da Maometto ai coreiciti, che, per imbarazzarlo, gli domandarono la storia di Giuseppe. 2 In Iv'ittu quando i suoi fratelli vennero a cercare le granaglie. (3) Parola per parola, d’un snngu- menzognero, cioè che non era sangue di Giuseppe. I Giuseppe è per i maomettani il tipo della bellezza. Perciò l’espressione : mi- Ili II. C ORANO, 21. Colui che lo comprò ( era un Egizio) disse a sua moglie (I): Dagli un’o- spitah là generosa ; potrà esserci utilo un giorno, ovvero raduneremo per tìglio. Cosi abbiamo stabilito Giuseppe in quel paese; gl’insegnnmmo I interpretazione degli avvenimenti. Dio è potente nelle sue opere. ma la miurtrior porte degli uomini non lo sa. 22. Quando Giuseppe giunse all’età di pubertà, gli demmo la saviezza, eia scienza; cosi noi rimuneriamo quei cho fanno il bene. 23. La donna, nella cui casa si trovava, s’invaghì di lui; chiuse le portai della camera, e "li disse : vieni qui. Dio me ne liberi! rispose Giuseppe, mio padrone mi ha accordato una ospitalità generosa. I malvagi non prosr rano. 21. Ma essa lo pregò , ed era sul ponto di cedere . (piando un avviso di Dio- venne adistorlo. Noi glielo abbiamo dato per distorlo dal male, e da un'azione disonorante, poiché era uno dei nostri servi sinceri. 25. Allora ambedue corsero alla porta (lui per fuggire, Odessa per ritenerlo) e la donna lacerò la veste di Giuseppe dalla parte posteriore. Nel contrattempo arriva il marito della donna; li ritrova sulla soglia della porta. Che merita 1 disse lu moglie, colui che ha formato progetti colpevoli sulla tua moglie, Se non la prigione, o una punizione terribile ? - ° 2(>. Era dessa, disse Giuseppe, che mi eccitava al male. Un parente della donna depose contro di lei, dicendo: Se la veste ò lacerata nel davanti, è la donna che dice la verità , e Giuseppe mentisce. 27. Ma se è lacerata dalla parte ili dietro, ò la donna che mentisce, e Giuseppe dice la verità. 28. Il marito esaminò la veste, e vide che era stracciata di dietro. Gridò : Oh che grande astuzia ! 29. Tu, Giuseppe, taci su ciò che è accaduto; e tu o donna, chiedi perdono del tuo fallo poiché hai peccato. 30. Le donne della città si raccontavano il fatto, dicendo : la moglie del- I Aztz (2) voleva godere del suo schiavo del quale è innamorala alla follia, fi nella via falsa ! 31. Quando la moglie dell'Aziz intese questi discorsi sul di lei conto, invitò queste donne, preparò un banchetto, e diede a ciascuna di esso un coltello] quindi ordinò a Giuseppe di farsi vedere; e quando l'ebbero visto, lo colmavano di lodi, e si tagliavano le dita ( seiiza badarvi ) (3) gridando : 0 Dio ! non e un uomo, è un angelo da adorarsi. 32. Ecco , lor disse la moglie dell'Aziz. colui che m'ha attirato i vostri biasimi. Ho voluto farlo cedere ai miei desideri, ma è voluto restare innocente ; tuttavia se si ricuserà ancora sarà rinchiuso in un carcere, o ridotto alla miseria. 33. Signore! gridò Giuseppe, il carcere ò da preferirsi al delitto a cui que- ilere Giuseppe u prezzo vite è divenuto un proverbio, ed equivale al vendere un tesoro inestimabile per min cosa di niun valore. (j) Il nome dell'Egizio, secondo la tradizione maomettana, è Kit/ir o Il/ir, alterazione del nome di l'utifir, cagionata dalla confusioni: dulie lettere li e /■’ cho non differiscono che por i punti. La lettera P non esiste in arabo. Il nome della moglie, secondo ì musulmani, è Zulakha. (_)/!:/: vuol diro in arabo potente, ed ancho curo. Nel primo senso s’applica a ino. yur-sta parola è impiegata specialmente qui per tesoriere in Egitto, e questo i!o?^iS‘i„n^n^rVil1? Ilm."rt tcmIKI Prcsso «I» orientali, come particolare ai governatori dell Egitto, ed ai lacienti funzioni dei califfi. [•>: ragliando degli aranci che la moglie dell'Aziz avea fatti servire al convito. CAPITOLO Xll. 1 *•» stc donne m'invitano ; e se tu non mi proteggi contro le loro insidie, io po- ìrei cadervi per inclinazione giovanile, ed agire come uno sciocco. .Ti. Dio l'esaudì, e distolse da lui le loro macchinazioni, poiché egli.intende, e sa tutto. 3,‘i. Ciò nondimeno, anche dopo i segni della sua innocenza, vollero farlo mettere in carcere. ,
- t(i. Due altri furono in pari tempo incarcerati con lui; uno di questi disse :
Ho sognato questa notte che premeva dell'uva. Ed io, disse l'altro? ho sognato che portava sopra il capo dei pani che gli augelli venivano a beccare. Dacci l'interpretazione ili questi sogni, giacché ti reputiamo per un utyno virtuoso. 37. Giuseppe rispose : Prima che vi sia recato il vostro nutrimento giornaliero. io vi avrò spiegato i sogni, che vedrete poi realizzarsi. Questa scienza mi viene da Dio . die me l'ha insegnala, imperciocché ho abbandonata la religione di coloro che non credono in Dio, e che negano la vita futura. 38. lo professo la religione de'miei padri Àbramo, Isacco, e Giacobbe; noi non associamo a Dio alcuna cosa creata. Questo é un favore di Dio verso noi, come verso tutti gli uomini; ma la maggior parte non é riconoscente. 30. Miei com|lagni di prigione ! è forse una quantità di Signori che vale meglio di un Dio unico, e potente ? * 10. Quelli che voi adorate a lianco di Dio sono nomi vani che voi, ed i vostri padri avete inventati. Dio non vi ha data alcuna prova per sostenere il vostro culto. Il potere supremo non appartiene chea Dio; egli vi comanda di non adorare altro Dio che lui. La sua é la vera religione, ma la maggior parte non la conosce. 11. Miei compagni di carcere! uno di voi presenterà la tazza di vino al suo padrone, l'altro sarà crocifisso , e gli augelli verranno a mangiare sul suo capo. Li cosa su cui mi avete interrogato é decretata infallibilmente. li. Poi Giuseppe disse a quegli cui prediceva l'uscita. Iticordami (quando sarai libero ) alla memoria del tuo padrone. Satana gli fece dimenticare di parlare al suo padrono di Giuseppe, e ('.iuseppe restò alcuni anni carcerato. 13. Il Ite d'Egitto disse un giorno ai grandi del regno : Ilo veduto in sogno sette vacche grasse divorate da selle vacche magre, e sette spighe verdi, e sette altre secche. Spiegatemi le mie visioni, se sapete spiegare i sogni. -i l. Sono fantasmi, sogni : noi non sappiamo spiegare i sogni. i5. Colui che era uscito dalle carceri disse loro, ricordandosi di Giuseppe dopo alcuni anni, io ve ne darò la spiegazione. Lasciatemi uscire ( per trovare la persona ). i(>. Giuseppe ! uomo veridico spiegaci ciò che significano sette vacche grasse divorate da selle vacche magro, e sette spighe verdi con altre sette secche, acciocché. quando io sia di ritorno a coloro che mi hanno mandato, essi no imparino la spiegazione. •i7. Giuseppe gli rispose : Seminerete per sette anni come al solito; il grano che avrete mieluto lasciatelo nella spiga (I) fuorché quel poco che vi bisognerà. •i8. Verranno quindi sette anni duri che consumeranno tutto ciò che avrete messo iu riserva ni previsione, fuorché quel poco che avrete custodito con attenzione. 49. Poi verrà un anno nel quale gli abitanti di questo paese avranno molto pioggie, e premeranno. (2) I Cioè, nei magazzini, senza batterlo. 21 L’uva, e le olive . ili! IL CORAMI, ■io. Allora il He disse: Conducetemi quest'uomo. Quando il messaggio venne da Giuseppe, costui "li disse : Torna dal tuo padrone. e dimandagli ciò che volevano fare quelle donne che si tagliavano lo dita. Il mio Signore (Dio) co nosco perfettamente le loro mire. 51. Il Re domandò allora a queste donne. Che volevano dire quelle istanze per far cedere Giuseppe ai vostri deriderj? Dio ci guardi! risposero: egli non lia commesso alcun peccato, per quanto noi sappiamo. E la moglie dell'Aziz (governatore dell'Egitto) soggiunse : Ora la verità si è mostrata al chiaro; so! no io che aveva istigato Giuseppe al male ; egli ha parlato sempre il vero. 52. Giuseppe allora disse : Sappia ora ( il mio antico padrone) che io non 1 ho tradito nella sua assenza. Dio non conduce a buon line le macchinazioni dei traditori. 83. Io non mi dirò neppure (interamente) innocente: la passione trascina al male (I), salvo che Dio abbia pietà di noi ; ma Dio è indulgente e misericordioso. 54. Il Re disse allora : Conducetemi Giuseppe, lo prenderò al mio servizio particolare. E (piando gli ebbe dirette alcune parole, conchiuse : Da o"m in poi sarai presso di noi investito d'autorità, e della nostra fiducia. 55. Giuseppe gli disse : Datemi l'amministrazione dei magazzini del paese 10 li conserverò con intelligenza. 50. Cosi noi abbiamo stabilito solidamente Giuseppe in questo paese ; ei poteva andare ad abitare dove gli piaceva. Noi colmiamo ue’nostri favori quei che vogliamo, e non facciamo mancare la ricompensa degli uomini che fanno 11 bene. 57. Ma la ricompensa della vita futura è preferibile per quei che credono, e che temono Dio. 58. Accadde che i fratelli ili Giuseppe vennero in Egitto, e si presentaron dinanzi a lui : e"(i li riconobbe; ma essi non lo riconobbero. 89. E (piandoli ebbe forniti delle loro provvisioni, lor disse: Conducetemi il fratello che è rimasto con vostro padre. Non vedete che io vi l'accio buona misura, e che ricevo bene i mici ospiti? 00. Se non me lo condurrete non avrete più granaglie; senza di lui badate di ricomparirmi dinanzi. 01. Ci sforzeremo, dissero, d'otteiierlo da nostro padre, e faremo di lutto per riuscirvi. 0-2. Poi Giuseppe disse alle sue genti : Mettete la valuta del loro grano Ira i loro arnesi; forse se ne avvedranno al loro arrivo in casa, e torneranno qui (per renderla). 03. Quando furono ritornati dal loro padre, gli dissero : Ci si niegherà in avvenire il grano (in Egitto). Lascia venire nostro fratello con noi, e 1 otter- ino. Noi avremo cura di lui. oi. Dovrò dunque affidarvi ancor questo, come vi affidai altra volta il suo fratello (Giuseppe )? Dio è il miglior custode, egli è il più clemente. 05. E quando disfecero i loro arnesi trovarono che il prezzo del grano era stato reso loro. Padre nostro, dissero, che possiamo desiderare di più? Ecco il prezzo del nostro grano ci è stato reso ; noi ci ritorneremo per comperare le (1) I commentatori appoggiandosi su questo versetto ilei Corano e sul versetto 21 e anche più su i racconti degli ebrei, dicono che Giuseppe nonostante l'apparizione dell'angelo Gabriele era vicino a cedere all’istigaziom della donna, e non riprese l'impero sulla sua passione, clic quando l'ombra del suo padre Giacobbe gli comparve, e bailendolo sull’estremità delle dita, gli dissipò i desideri clic si erano impadroniti di lui. CAPITOLO Xll. *17 provvisioni per lo nostre famiglie; avremo cura ili nostro fratello; questa volta porteremo hi carica cli un camelo di più. fi una misura di poca importanza (1). liti. Non lo lascerò partire con voi, disse Giacobbe, a meno che non giuriate davanti a Dio che me lo ricondurrete (sano, e salvo), purché non- vi arrivi qualche impedimento forzoso. Allorché gliel'ebbero promesso, Giacobbe gri- Jò ; Dio ini è garante dell'impegno che avete preso. (17. Poi disse loro : Figli miei! non entrate tutti da una sola porta (arrivando in Egitto) ma per diverse; questa precauzione però non vi servirà a nulla contro ì decreti di Dio. poiché d potere supremo appartiene a lJio. lo ripongo la mia fiducia in lui, ed è in esso che mettono la lor fiducia quei che si rassegnano. 68. Entrarono dunque nella città giusta gli ordini del loro padre; ma tale precauzione non poteva esser loro di alcuna utilità contro i decreti di Dio, e Iu solo per soddisfare il desiderio di Giacobbe che l’aveva raccomandata. Dunque Giacobbe possedeva la scienza che noi gl'insegnammo; ma la maggior parte degli uomini non ne ha punta. <>'.). E quando si presentarono davanti a Giuseppe, egli ritenne il suo fratello (Beniamino) e disse loro: lo sono tuo fratello, non t'affliggere più del delitto ch'essi hanno commesso. 70. Giuseppe, avendo date loro le provvisioni, fece cadere una coppa (da bere) fra gharnesi del suo fratello (Beniamino); poi ordinò che un araldo gridasse dietro a loro : Eh viaggiatori! siete dunque ladri! 71. I lìgli di Giacobbe tornarono indietro, e gridarono : Che cosa cercate? 7-2. Cerchiamo, lor fu risposto, la coppa del Ite. Chi la restituirà avrà una ricompensa in grano della carica di un camelo ; io ne rispondo ( disse l'araldo. ) 73. Noi lo giuriamo per Dio, risposero i liyli di Giacobbe, voi sapete che non siamo venuti qui per commettere furti; noi non siamo ladri. 71. E se voi mentite, qual sarà la pena di chi ha commesso il furto? ( disse l'altro). 7,‘ì. Colui, risposero, ne'di cui arnesi sarà ritrovata la coppa, vi sarà consegnato in espiazione. Cosi noi mastichiamo i colpevoli (2). 7<>. Giuseppe cominciò dal cercare nei loro sacelli prima di cercare in quello del suo fratello, poi trasse la tazza da quello del suo fratello. Noi abbiamo suggerito quest'artilizio a Giuseppe ; egli non avrebbe potuto, secondo la legge del Ite d'Egitto, impadronirsi della persona di suo fratello, a meno che Dio non l'avesse voluto. Noi inalziamo chi vogliamo. Vi é chi è più sapiente dei sapienti. 77. I ligli di Giacobbe dissero allora : Se (Beniamino) ha commesso il furto, suo fratello ne aveva commesso uno prima di lui (3). Giuseppe dissimulava tutto, né si faceva conoscere, e diceva in sé stesso : Voi siete in una condizione da compiangervi più di noi due. Dio sa meglio di voi ciò ohe raccontate. 78. Signore, dissero allora, egli ha un padre vecchio, rispettabile; prendi piuttosto uno di noi in sua vece. Noi sappiamo che sei generoso. 7’J. Dio guardi che io prenda altri che quegli presso cui la nostra coppa é stata trovata! se lo facessi, agirei ingiustamente. (1) Ciò può voler dire che una carica di camelo sarà poca cosa per un re d’Egitto, o che quelle che avevano recato la prima volta non basterebbero ni loro bisogni. (2) Cioè, dietro l'uso vigente fra noi ebrei il ladro 6 ritenuto come schiavo. Secondo le tradizioni dei maomettani, Giuseppe avrebbe rubalo, quando era lanciullo, un idolo al suo nonno libano. Il X II. CORANO , 80. Quando non gli restava più speranza sulle loro preghiere, si ritirarono por consultarsi. Quello più avanzato in età disse : Non sapete che nostro pad» ha ricevuto da noi una promessa falla innanzi a Dio? Non vi rammentate qual delitto avete commesso sul conto ili Giuseppe? lo non partirò da questo paese finché mio padre non me! permetta, o che Dio non m’abbia manifestati i suoi ordini, giacché egli é il migliore de'giudici. HI. Kitornate da vostro padre, e ditegli : Padre nostro! tuo liglio ha commesso un furto : noi non possiamo attestare meno quello che é a nostra conoscenza. e non potevamo difenderci dalle cose impreviste. 82. Prendi informazioni nella città dove eravamo, e presso la carovana colla quale siamo andati, e vedrai che è la verità. 83. (Ritornati in casa, Giacobbe lor disse). Voi avete concertato ciò fra voi stessi; ma ci vuol coraggio, forse Dio me li renderà tutti e due, poichè è il sapiente, il savio. 84. Si allontanò quindi da essi, e gridò : Ahi ! Giuseppe! ed i suoi occhi divennero bianchi perla tristezza, e fu oppresso dal dolore. .85. I ligli gli dissero : In nome di Dio. tu non cesserai dunque di parlare di Giuseppe lino alla tua morte, o linehé il dolore termini i tuoi giorni? 86. lo porto (rispose) la mia afflizione, ed il mio dolore dinanzi a Dio, e so da Dio ciò clic voi non sapete. 87. lùgli miei ! andate, ed informatevi da pertutto di Giuseppe, c di suo fratello, e non disperate della bonlà di Dio ; poiché solo gl'ingrati disperano della bontà di Dio. 88. Tornarono in Egitto, e presentatisi a Giuseppe gli dissero : Signore: la miseria é piombata su noi, e sulla nostra famiglia: noi non polliamo che una modica somma ; ma facci empiere di nuovo la misura per darnela iu elemosina. Dio ricompenserà chi fa l'elemosina. 89. Sapete voi cosa avete fatto di Giuseppe, e di suo fratello, quando eravate immersi noH’ignoranza? 90. Saresti tu Giuseppe? dissero. Si, sono Giuseppe, e questi è mio fratello, pio è stato benelico verso di noi; poiché chi lo teme, e persevera, é felice, e Dio non farà mancare la ricompensa dei virtuosi. 91. Per il nome di Dio, risposero. Dio ti lia permesso di farci del bene, quantunque abbiamo peccato. 02. Io non vi rimprovererò oggi; Dio perdonerà le vostre colpe, giacché é il più misericordioso. 93. Andate, e poi-tate con voi la mia veste; ricuopritene il viso di mio padre, egli riacquisterà la vista. Quindi conducetemi tutta la vostra famiglia. 94. Quando la Carovana parti d'Egitto, Giacobbe disse (a coloro che gli erano intorno) : Sento 1 odore di Giuseppe; crederete forse che io deliro? 05. In nome di Dio, gli fu risposto, tu sei sempre nello stesso errore. 90. Ma quando giunse la lausla notizia, fu gettata la veste (di Giuseppe) sulla taccia di Giacobbe, e riacquistò la vista. 97. Non vi ho dello che so da Dio ciò che voi non sapete? 98. Padre nostro ! dissero i figli, imploraci perdono presso Dio, poiché pec- 99. Si, implorerò il vostro perdono da Dio; egli é indulgente, e misericordioso. 100. Quando Giacobbe arrivò in Egitto colla sua famiglia, Giuseppe li ricevè in casa con lui, e lor disse : Entrale in Egitto, se cosi piace a Dio. ed abitate queslo paese al sicuro da qualunque timore. 101. Collocò sopra sedili più alti il suo padre, e la sua madre, che si gettarono colla Iaccia in terra per adorarlo. Padre mio! disse Giuseppe, ecco la