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. 182 a Corano, i suiti tormenti sono perpetui, ed è un cattivo luogo per formarvlsi ■intuirsi: posarsi; “ *" per li- 07. Che nelle loro generosità non sono nè prodighi, nè avari, ma che si tengono ad una strada di mezzo; ! n8 S1 oh. Che non invocano insieme a Dio altre divinità; che non uccidono alcun i. urna vivente, come Dio lui proibito, fuorché per ima giusta rlw. m commettono adulterio. Colui che lo farà, riceverà il prezzo deU ininnit i 09. 11 giorno disila resurrezione, il supplizio gli sarà duplicato; lo suhiri eternamente, coperto d'ignominia. i'». Ma miei che si pentiranno, ch'avranno creduto, e praticato il bene. Dio calumerà le loro cattive azioni in buone;poicb'è indulgente, e misericordioso 71. Colui che si pente e che crede, ritorna a Dio, ed è accolto. 7®* Uuei che non fanno lalse testimonianze, e che, entrati iu una conversazione frivola, la passano con decenza; 73. Ole, quando si raooontariaro gli avvertimenti del Signore, non restano giacenti immobili come lossero sordi e ciechi ; 74. Che dicono : Signore ! accordaci nelle nostre mogli e Iteli un sonetto ni «allegrezza, e fa cho camminiamo alla testa di miei che temono, 75. Costoro avranno per ricompensa i luoghi più distinti del paradiso, perche hanno perseverato, e vi troveranno salute e pace. 2||■ vj,soggiorneranno eternamente. Che bel ritiro! che bel soggiorno : - 77. pi : Dio cura poco le vostre preghiere, poiché avete già trattato il suo apostolo d impostore. Ma il supplizio eterno vi arriverà. anima non CAPITOLO XXVI. I POETI (1). Dolo «Ilo Mecca. -- 228 Verseli!. In nome di Dio clemente,, e misericordioso. I-7’- S. M. Sono i segni del Libro evidente. 2. Tu ti consumi d'afflizione perchè non vogliono credere. •{. Se avessimo voluto , avremmo mandato dal cielo un segno , dinanzi al quale umiliati curverebbero la fronte. i. Non scende alcun nuovo avvertimento del Misericordioso, che 11011 s'allontanino per non sentirlo. ». Lo trattano di bugia; ma presto avranno le notizie del gastigo di cui si ridevano. <5. Non han mai rivolti gli occhi sulla terra? Non bau veduto come vi ab- biam prodotto una coppia preziosa d'ogni cosa ? 7. Vi sono in ciò de segni, ma la maggior parte 11011 vi crede. 8. Certamente il tuo Signore è potente, e savio. 9. Rammentati che Dio chiamò Mosè, e gli disse : Va a quel popolo porlo. Il popolo di Faraone. Non mi temeranno? 11. Signore! temo che ini trattino d'impostore. 12. Il mio cuore è angustiato, e la lingua impedita. Chiama piuttosto mio fratello Aronne. (1) Si parla dei poeti al vers. iil di questo capitolo. CAPITOLO XXVI. m 13. Mi faranno espiare un delitto (I), e temo elio m'uccidano. ! i. Oibò, rispose Dio. Andate ambedue accompagnati dai miei segni: noi saremo con voi. ed ascolteremo. 15. Andate dunque ambedue presso Faraone, e ditegli : Io sono Mosè rinviati' del padrone dell'universo. Kl. Lascia partire con noi i figli d'Israele. 17. (Vi andarono, e Faraone disse a Mosè:) Non t'abbiam forse cresciuto fra noi lin dalla tua fanciullezza? Tu hai passato molti anni della tOa vita fra noi. 18. Hai commessa l'azione cho tu sai ; sei un ingrato. 11). Si. risposè Mosè, commisi quell'azione, ma allora era nello smarrimento. 20. Fuggii da voi per timore; quindi Dio m'ha dato il potere, e m'ha fatto suo apostolo. 21. Tu mi rimproveri i tuoi benefizi, tu elio hai ridotto in schiavitù i figli d'Israele. 22. Ma che cos'è, disse Faraone, il padrone dell'universo ? 23. È il padrone de'cieli, e della terra, e di lutto ciò che esiste fra essi, se lo credete. 21. Sentite, disse Faraone, a quei che gli eran dintorno. 25. Il vostro padrone è il padrone de'vostri antichi padri, continuò Mosè. 2fi. Il vostro apostolo mandato fra noi. disse Faraone, è un indemoniato. ’■ ' one dell'Oriente, e l'Occidente, e di tutto ciò ch'è nello spazio, disse : Se tu prendi per tuo Dio altri che me, ti farò mettere in carcere. 29. Quand’anche ti facessi vedere qualche prova evidente? ( della mia missione ) disse Mosè. 30. Falla vedere , disse Faraone, se dici il vero. 31. Mosè gettò la sua verga che si cambiò in un vero serpente. 32. Poi distese la mano, e fu veduta bianca da tutti. 33. Faraone disse ai grandi che lo circondavano : In verità, è un mago abile. 34. Colle sue stregonerie ci vuol cacciare dal nostro paese ; che ne pensate? 35. I grandi risposero : Dategli qualche speranza tanto a Ini ch’asuo fratello o mainiate intanto delle persone per far venire dalle città del regno 3(>. I magi i più ululi. 37. I magi furono fatti riunire ad ora convenuta in un giorno di festa. 38. Si domandò al popolo : Vi assisterete? 39. Noi seguiremo i magi (dissero fra loro) se avranno il disopra. 40. Quando i magi furono radunati. dissero a Faraone : Possiam noi contare sopra una ricompensa, se siamo vincitori? il. Si certo, rispose Faraone; avrete un posto fra gli uomini onorati del mio favore particolare. 42. Mosè lor disse allora : Gettate ciò che avete. 43. (Iettarono le loro corde, ed i loro bastoni, proferendo queste parole : Per la possanza di Faraone siam vincitori. il. Mosè gettò la sua bacchetta, la quale divorò le loro invenzioni bugiarde. •i5. Ed i magi si prostrarono in segno d'adorazione. 4(1. K gridarono : Noi crediamo al padrone dell'universo, 47. Il Dio di Mosè, e d'Aronne. 48. Voi avete dunque creduto in lui, disse Faraone, prima ch'io ve l'abbia (t) L’omicidio d'un egizio. Ved. cap 28, vers. scg. 181 IL COUA.N'O, permesso? È dunque il vostro capo? È desso chc v’ha appresa la magia? m, saprete ! (eio che ve ne succederà). ^ u gere tuttìf1'0 k®'"1” 'C man' ed ‘ piedi alternativ»to, c vi furò crocifig- 50. Non vi sarebbe alcun male per noi; ritorneremmo al nostro Sienore pei primf nain° C‘ pCrdH1" ‘ n°S,IÌ 1>eccati’ Poich'^biamo creduto 52. Rivelammo a Mosè quest'ordine : Tu sortirai co'miei servi nella notte ma sarete persegli itati. » 53. Faraone mandò nelle città a radunare (delle truppe). 54. (.1 Israeliti, diceva, sono un radunamento di gente d'ogni specie, e sono in piccolo numero, ® ° 1 ’ 55. Ma sono irritati contro di noi. 50. Noi al contrario siamo molti, e disciplinati. le lor SiStalneabbÌai" ^ S°r,'re (gU Kg‘zj ’ dai l"ro 8iar,lini>così han lasciato 58. I lor tesori, e le loro magnifiche abitazioni. 50. Si, cosi fu , e lo demmo in erediti ai figli d'Israele. (I) (K>. Al nascer del sole rli Egizi li inseguirono. 01. E quando i nemici furono ad una distanza che potevano scorgersi, i compagni di Mosè gridarono : Siam perduti. (i-2. Nulla all'atto, disse Mosè; Dio è con me, egli mi guiderà. 03. Rivelammo a Mosè quest'ordine : Percuoti il mare colla tua verga. Il mare si divise iu mezzo, e ciascuna parte s'ergeva alta come una gran montagna. r 04. Poi lasciammo avvicinare gli altri (gli Egizj). 0‘i. Salvammo Mosè e tutti quei che lo seguirono, (ili. E sommergemmo gli altri. 07. Certamente, vi è in questo avvenimento un segno (della possanza di Dio), mala maggior parte degli uomini non crede. (is. E nonostante il tuo Signore è potente e misericordioso. 00. Rileggi loro l'istoria d Abramo, 70. Che disse un giorno a suo padre, ed alla sua famiglia : Che cos’adorate? 71. Adoriamo gl’idoli, dissero, e passiamo assiduamente il tempo nei loro templi. 7-2. Vi senton essi, domandò Abramo, allorché li chiamale? jpare? 7(1. Ch'adoravano i vostri padri, gli antichi, 77. Sono miei nemici. Non v'è che un Dio padrone dell' universo, 78. Che m'ha creato, che mi dirige nella via dritta ; 70. Che mi nudrisce, e mi dà da bere ; 80. Che mi guarisce quando sono ammalato; si. Che mi larà morire, e che mi farà risorgere; 8-2. Che mi perdonerà, spero , i miei peccati il giorno della retribuzione. 83. Signore! dammi la saviezza, e collocami fra i giusti. 84. Accordami la lingua della verità fino ai tempi i più lontani. (2). (1) Ved. cap. 2, vers. 58, nota. (2) Cioè, che le mie parole siano citate nella posterità la piii lontana, e vi si presti fede. CAPITOLO XXVI. 185 85. Pollimi fra gli eredi del giardino delle delizio. 86. Perdona a mio padre, cffera deviato. 87. Non mi disonorare il giorno in cui gli uomini risorgeranno, 88. Il giorno in cui le ricchezze e i tigli non gioveranno a nulla, 89. Se non a colui che verrà a Dio con un cuore retto; 90. Quando il paradiso sarà vicino per gli uomini pii, 91. É l’inferno s'aprirà per ( ingojare) i deviati ; 9-2. Quando si dirà a questi : Dove sono quei ch'adoravate 93. A fianco di Dio? v'ajuteranno? sputeranno essi stessi ? 91. Saran tutti precipitati nell'inferno, seduttori, e sedotti, 95. E tutte le schiere d'Eblis. 96. Quivi si disputeranno, e diranno ( i sedotti) : 97. Per il nome di Dio ! eravamo in un errore evidente, 98. Quando vi mettevamo al livello del sovrano dell'universo. 99. I colpevoli soli ci hanno sedotto. 100. Non abbiamo intercessori, 101. Nè un amico zelante. 10-2. Ah ! s'una sol volta ancora (ci fosse dato di ritornare sulla terra), saremmo credenti ! 103. Vi sono in ciò de'segni, ma la maggior parte non crede. 104. 11 tuo Signore è potente, e savio. 105.11 popolo di Noè ha trattato anche gli apostoli d'impostori. 106. Quand'il loro fratello Noè lor disse : Non temerete Dio? 107. Io vengo a voi com'apostolo degno di fiducia. 108. Temete Dio, ed obbeditemi. 109. Non ve ne domando mercede, poiché la mia mercede è a carico di Dio, sovrano dell'universo. 110. Temete Dio, ed obbeditemi. IH. Risposero : E crederemo in te, cho sei seguito solamente dai più vili del popolo ? 11-2. Non ho alcuna conoscenza dell'opre loro, rispose Noè. 113. Essi non devono renderne conto ch'a Dio. Comprendetelo ! 111. Io non posso respingere indietro quei che credono. 115. Non sonoch’un apostolo che predico apertamente. 116. — Se non finisci d'agire cosi. oNoè, sarai lapidato 117. Noè esclamò a Dio : Signore, il mio popolo m'accusa di bugiardo. 118. Decidi tu fra noi; salva con me quei che credono, e che mi seguono. 119. Noi lo salvammo, insieme a coloro ch'erano con lui in un'arca clic li conteneva tutti. 1-20. Quindi sommergemmo tutto il rimanente degli uomini. 1-21. Certamente, vi è in ciò un segno d'avvertimento ; mala maggior parte degli uomini non crede. 1-2-2. Certamente il tuo Signore è potente, e misericordioso. 123. Gli Aditi (I) accusarono i loro apostoli d'impostura. 121. lloud, loro fratello, gridava loro : Non temerete Dio? 125. Io vengo a voi come un inviato degno di fiducia. 126. Temete Dio, ed obbeditemi. 1-27. Non vi domando alcuna mercede, poiché la mia mercede è a carico di Dio, sovrano dell'universo. 128. Fabbricherete sopra ogni collina de'monumenti per vostro piacere? (1) Gli Aditi, o popolo di Ad. Ved. cap. 7, vers. 11. I8(> IL CORANO. 1-21). Inalzerete edilizi forse per viverci eternamente’ 130. Quand'eserciterete il potere, lo farete da tiranni•» Mi. Temete Dio. ed obbeditemi. 132. Temete colui che v'ha dato in abbondanza ciò che conoscete- 133. Che vi ha dato copiosi armenti, e numerosa famiglia- 134. Che v'ha provvisti di giardini e fontane. 135. lo temo per voi il gastigo del giorno terribile. 136. Risposerà : È inutile che tu ci esorti. 137. Le tue esortazioni sono cose vecchie de'tempi andati. 138. Non saremo mai puniti. 139. Accusarono Homi d impostura , e noi li sterminammo. V’è in ciò un segno , ma la maggior parte non crede. 140. E certamente, il vostro Signore è potente, e misericordioso. 111. I rhemuditi accusarono anell i loro apostoli di bugia. 142. Il loro fratello Salecli disse loro : Non temerete Dio? 143. lo vengo a voi come apostolo degno di fiducia. 144. Temete dunque Dio , ed obbeditemi. U5. Non vi chiedo alcuna mercede, poiché questa è a carico ili Dio padrone ddl'universo. 146. Credete forse che vi si lascerà eternamente in sicuro 147. Nei vostri giardini, e iu mezzo alle vostre fontane? 118. In mezzo ai campi seminati, ed agli alberi di palme vestiti di rami folti? 149. Fabbricherete sempre delle case tagliando dei massi di pietra, insolenti che siete ? 150. Temete dunque Iddio, ed obbeditemi. IBI. Non obbedite agli ordini ili coloro che si danno agli eccessi, 152. Che guastano la terra, e non la migliorano. (I) 153. (ili risposero : Tu sei incantato. 154. Sei un uomo come noi : facci vedere un segno se ciò che ci dici è vero. 155. Questa femmina di cammello sia un segno : essa avrà la sua porzione d'acqua un giorno, e voi la vostra in un altro giorno fisso (2). 156. Non le fate alcun male, poiché ricevereste il gastigo del gran giorno. 157. Essi l'uccisero-, l'indomani se ne pentirono. 158. Il gastigo li oolse. Era un segno del Cielo -. la maggior parte non ci crede. 159. Ma il tuo Signore è potente e misericordioso. 160* I cittadini di Lotli non credettero agl’inviati di Dio. (3) 161. Loth disse loro : Non temerete Dio ? 162. Vengo a voi com’un apostolo degno di fiducia. 163. Temete Dio, ed obbeditemi. 164. Non vi domando alcuna mercede ; essa è a carico di Dio, sovrano dei- universo. 165. Avrete voi commercio cogli uomini, 166. Abbandonando le donne che Dio ha create per voi? In verità siete un popolo scellerato. 167. Essi gli risposero : Se tu non la finisci colle tue esortazioni, ti scacceremo dalla città. (1) Guastarola terra, vuol dire, commettere brigantaggio, disordini. Abbiamo impiegata la parola guastare per conservare l'antitesi delta parola dol testo mi<jliorare. (2) Quesfaninialebeveva tutta l'acqua del giorno della fontana, di modo che i Themuditi non ne aveano che il giorno seguente. . J3l u,’j"v'ia*i di Dio sono gli angeli che domandarono ospitalità a Loth, e do’quali i .Sodomiti volevano abusare. CAPITOLI» XXVI. 1X7 108. — Ciò clic voi fate fa orrore. 169. Signore ! libera me, e la mia famiglia ila ciò i lio essi fanno. 170. Noi lo salvammo insieme a tutta la sua famiglia. 171. Meno una vecchia ch'era rimasta indietro ; 172. Poi sterminammo gli altri. 173. Facemmo piovere sovr’essi una pioggia; che terribile pioggia quella clic cadde su quei ch'esortavamo ! 171. Era un segno del cielo ; ma la maggior parte non vi crede. * 17.“». 11 tuo Signore, nonostante,è possente, e misericordioso. 171». Gli abitanti della foresta (di Madian ) hanno accusato i. loro profeti d'impostura. 177. Choaib gridava loro : Temete Ilio! 178. Vengo a voi com'un apostolo degno di liducia. 179. Temete dunque Dio, ed obbeditemi. 180. Non vi chiedo alcuna mercede; essa ò a carico di Dio, sovrano dell'universo. 181. Empiete la misura, e non defraudate i vostri simili. 182. Pesate con una bilancia esatta. 183. Non defraudate alcuno del suo bene, e non propagate il male sulla terra. 184. Temete colui che vi ha creati insieme alle generazioni precedenti. 18."». Gli risposero : In verità o Choaib ! tu sci incantato. 186. Tu sei un uomo come noi, e crediamo che sei un impostore. 187. Fa dunque cadere sulla nostra testa una porzione di cielo, se sei veritiero. 188. Dio conosco perfettamente le vostr'azioni (rispose Choaib). 189. Lo trattavano d'impostore; il gastigo della nube tenebrosa li colpi : era il giorno d’un gastigo terribile. 100. Era un segno del cielo; mala maggior parte non crede. 101. Il tuo Signore ò possente, e misericordioso. 19-2. Il Corano è una rivelazione del padre dell’universo. 193. Lo spirito fedele (I) l'ha recato dal cielo, 194. E l'ha deposto sul tuo cuore, acciò tu fossi apostolo. 195. Egli (il Corano)6 in lingua Araba chiara. 196. È stato predetto dalle Scritture antiche. 197. Non ò egli un segno, che i dottori deìigli d’Israele ne abbiano conoscenza? 198. Se noi l'avessimo rivelato ad un estero, 199. E che l'avesse recitato agl’infedeli, non v'avrebbero creduto. 200. Cosi abbiamo impressa l'incredulità nei cilori de'colpevoli. 201. Non vi crederanno finché il gastigo crudele non arrivi. 2i)2. Certamente, questo gastigo piomberà sovr'essi ail'improvviso, quando meno se l’aspetteranno. 203. Grideranno allora : Ci si darà una dilazione? 204. Eh bene ! cercheranno oggi ad affrettarne il momento? 203. Che te ne paro ? Se dopo averli lasciati godere dei beni di questo mondo per molti anni, 206. Il supplizio di cui cran minacciati, li colpisce, 207. A che lor serviranno i loro godimenti ? 208. Non abbiamo distrutta una città che non abbia avuto i suoi apostoli, (1) L’angelo Gabriele. 14 188 IL COIIAK O. 209. Per avvertirla; non abbiamo agito ingiustamente. 2t». Non sono i demonj che ban recato il Corano dal cielo- 211. Ciò non spettava loro, e non avrebbero potuto furio. ’ 212. Sono perfln privali di sentirlo in cielo (I). de?riprovSi'.ÌnVOCaraltrÌ ChC DÌ° PCr tÌ,U0Pe T "" siorno nel "umero 2 l i. Predica ai tuoi più prossimi parenti. 215. Abbassa le ali della tua protezione sui credenti che t’hanno seguito 2lfi. Se ti disobbediranno, dirai loro : sono innocente delle vostre operò. 217. Poni la tua fiducia nel Mio possente e misericordioso, 218. Cho ti vede allorché t'al/i da dormire, 219. Cho vede la tua condotto quando ti trovi in mezzo ai suoi adoratori • 220. Poiché ascolta e sa tutto. 221. Vi dirò io quali sono gli uomini su’quali scendono i demonj? 222. Scendono sopra i bugiardi abbandonali al peccato, 223. Ed insegnano ciò clic le orecchia hanno sentito (2) : dunque la ma<r- gior parte mentisce. ^ 224. Sono i noeti, che gli uomini deviati seguono ancora. 223. Non vedi che seguono tutte lo strade (3) com'insensati ? 11 Ved. car» vers. 7, 8, e cap. 72. vere. 8. 9. 2) Le parole del Corano lette iu cielo, che i demonj hanno sentito per caso 3) Cioè s'abbandonano alla loro imaginazione, e Imitano qualunque argomento. In ogni tempo gli arabi hanno coltivata con molta cura la loro lingua, amala la poesia, ed onorati i poeti. A Okndh, mercato dell'lledjaz, oltre le (ierc settimanali si teneva tulli gli anni una fiera elio durava un mese. Colà, in mezzo agli alluri di commercio, accorrevano dei poeti da tulli i punti dell'Arabia per recitare i loro poemi, per cantare le loro gesta, e le loro avventuro, e si sfidavano a chi meglio imiterebbe tale o tal altro soggetto. Era un’arena poetica, di cui erano giudici i moltissimi uditori, cittadini, e beduini. Al più bravo era riservala la ricompensa di vedere i suoi poemi scritti in lettere d'oro, ed appesi al tempio venerato della Kaaba. Da ciò, i sette poemi più in voga prima di Maometto sono chiamati da essi Mo- (111 a 1111 aba t (dorati ) e Moallakal (appesi). Gli arabi del deserto si distinguono sopra tutto nella poesia; la lingua si è sempre conservata più pura e più correttasollo le tende; spesso le madri beduine inlligevano mia correzione dolorosa ai tìgli che commettevano qualche errore grammaticale. Maometto doveva al vigore della sua lingua, spesso poetica, una gran parte del successo che coronò i suoi sforzi ; ha anche raccomandato ai suoi compagni di consultare le opere dei poeti arabi, e di cercarvi l'interpretazione di parole,od espressioni oscure delCorauo. Donde vieneperò che il profeta arabo ha soppressa la celebre liera di Okadh, e scagliato un anatema contio i poeti? Eccone la ragione. Gli arabi del deserto, in genere, e specialmente i poeti, non amavano il nuovo cullo; erano attaccati ai piaceri della vita nomade, ed assuefatti alle sue fatiche; indipendenti, indocili a qualunque giogo, bravi. generosi, ma lìori e vendicativi, sempre inseguendo un nemico por vendicare un’offesa, o sulle traccio di una bellezza del deserto, austeri, e selvaggi come Shanfara, amando i piaceri e la vita giojosa come Amrolkais, non pensando alla vita futura, scettici o epicurei, non erano i primi a seguire il nuovo profeta. I poeti cercavano a perpetuare queste abitudini ; Maometto però vedeva in quegl'istinti negativi un grand’ostacolo allo stabilimento della di lui dottrina morale o religiosa, e li condannò; a ciò si aggiunga che la vena satirica d'alcuni s’eraesercitala contro il pro- leta. Alcuni storici accusano Amrolckais d'avore scritto delle satire contro Maometto, il quale avrebbe incaricato il poeta Lebid, convertito di recente, di rispondergli. De Siane, che ha pubblicale le poesie d’Amrolkais, combatte quest’opinione in quanto ad Amrolkais, e Lebid. Non è però men vero che Maometto aveva a’suoi ordini alcuni poeti devoti a lui, ed i versetti 227 e 228 vi fanno allusione. Diceva a Kaab, uno di questi, comballili (i poeti ) colle lue satire, poiché In giuro {ter i/ucijU che tiene la tuia anima nelle sue mani, le satire fan più male delle freccio.