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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833
DA ERODE A PPILATO
Sei mesi fa, la bbaronessa Moma1
Se n’entrò dda un Mercante che cconossce,
E dde morletti e dd’antre robbe frossce,2
Nun fo bbuscìa, ne caricò una soma.
Ma pperchè aveva le saccocce mossce,
Guajo c’accade spesso spesso a Rroma,
Fesce:3 “Nun dubbità, ssò ggalantoma:
Pagherò ttutt’assieme cór filossce.„
Cuant’ecco, venardì, tutto compito,4
Er Mercante cór conto de le dojje.
“Portatelo„, lei disce, “a mmi’ marito.„
Ma er zor Barone, poco avvezzo a ssciojje,5
Visto cuer conto, tutto inviperito
J’arispose: “Portateto a mmi’ mojje.„
Roma, 19 febbraio 1833
- ↑ Gerolama. La contessa Pianciani.
- ↑ Flosce.
- ↑ Disse.
- ↑ Compito, nel senso di gentilezza.
- ↑ Sciogliere: cavar danari.
Note
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