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XVIII
PER MONACAZIONE
Alla monacanda vengono presentati una facella, un giglio,
una palma, una corona di spine e una croce
Facella
Dai tenebrosi orrori
del mondo rio fallace
spingiti, o saggia, fuori;
ecco del ciel la face,
che con interna luce
da l’abisso de l’ombre al ciel t’adduce.
Giglio
Ne’ giardini del cielo
dal sommo Sol nodrito
su non caduco stelo
un giglio, ecco, t’addito,
onde al candor de’ gigli
con virgineo candor ti rassomigli.
Palma
Pugna con core invitto,
amazone di Dio;
per te cada sconfitto
nemico il senso rio;
vinci; sembianza è questa
de la palma ch’in cielo il ciel t’appresta.
Corona di spine
Di momentanee rose
altra il crin faccia adorno;
tu di spine dogliose
cingi le tempie intorno,
ché vedrai da le spine
rose di gloria germogliarti al crine.
Croce
Ecco il tronco fiorito,
ove il fior nazareno,
dai rai d’amor ferito,
aprí languido il seno;
vieni, ed il tronco e il fiore
ti spunti al seno e ti s’alligni al core.