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Qual da turbato ciel fulminea face Celeste dono è la beltà, che scende
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XXIII

CRISTINA DI SVEZIA IN ROMA

     Del baltico Nettun l’algenti arene
lasciando e gli astri ad Anfitrite ignoti,
per sentier troppo, o Roma, un tempo noti,
l’artica regnatrice a te sen viene.
     Colma di sant’amor, di santa speme,
quasi l’irriverenti orme de’ goti
venga per cancellar co’ piè divoti,
dell’avito furor nulla ritiene.
     E se ben lungi da nemico orgoglio
con umiltá pacifica s’inchina
del successor di Pietro al sacro soglio;
     pur, facendo de’ cor nobil rapina,
di Roma soggiogata in Campidoglio
trïonferá la gotica reina.

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