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Questo testo fa parte della raccolta Giacomo Lubrano
II
LA TORPEDINE
Di lubrici letarghi oppio squamoso
e di sincopi vive estro guizzante,
che, vil parto del mar, spira anelante
gelide epilepsie di verno ondoso;
funambolo velen per gli ami ascoso
corre ad assiderar la man tremante,
e può render col tocco in un istante
intormentito Marte, Ercol pauroso.
Or va’, fidati al braccio; offendi irato
chi par vòto di forze, inerme al guardo,
ché sentirai mancarti il moto e ’l fiato.
Non è men forte il mal, benché infingardo
le torpedini sue ha pure il fato;
ove le temi men, covano il dardo.
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