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Queste a cui chiaro stil mille comparte Invan per l'ira tua, Cinzia sdegnosa
Questo testo fa parte della raccolta Antonio Muscettola

IV

LA DONNA CHE LEGGE L’UFFICIO

     Di sacri fogli a le celesti note
Lilla, giá fatta pia, gli occhi volgea,
ed al suol inchinata, al cielo ergea
con basso mormorio preci devote.
     Ma se lá su tra le stellanti rote
con la bilancia sua soggiorna Astrea,
cruda beltá, di mille morti rea,
impetrarne pietade, ah, che non puote!
     Ché se ben china par che ’l cielo adori,
gode a la sua beltá mirar prostrata
schiera infelice d’adoranti cori;
     e, chiusa a’ pianti ed a’ sospir l’entrata,
strali avventando e fulminando ardori,
mentre prega pietá fassi spietata.

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