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Questo testo fa parte della raccolta Rimatori siculo-toscani del Dugento

XV

Conforta un amico d'un grave dolore che lo affanna.

Dolendo, amico, di gravosa pena
d’affanno, il quale in te, aviso, regna,
dolor portando, il qual già non m’alena,
(u* doglia amico doler cosa è degna),
mia volontà m’ha somosso e mi mena
a dir cosa, conforto unde te vegna,
se già poro; e ’n ciò meo cor se pena
e si travaglia, perché ciò divegna.
Virtute, amico, di saggi’ om’più pare
affanno periglioso portar retto,
che allegrezza, u’ ciascun si contene.
Che non è vero pregio comportare
ciò che comportan tutti, ma star retto,
ov’ogn’om cade: tal’è pregio bene.

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