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Giardino con due porte chiuse a chiave per di fuori. Due nicchie.
Zerlina, Masetto e Contadini.
- Zerlina
Masetto... senti un po’... Masetto, dico.
- Masetto
Non mi toccar.
- Zerlina
Perchè?
- Masetto
Perchè mi chiedi?
Perfida! Il tocco sopportar dovrei
d’una mano infedele?
- Zerlina
Ah no! taci, crudele,
Io non merto da te tal trattamento.
- Masetto
Come! Ed hai l’ardimento di scusarti?
Star solo con un uom! abbandonarmi
il dì delle mie nozze! Porre in fronte
a un villano d’onore
questa marca d’infamia! Ah, se non fosse,
se non fosse lo scandalo, vorrei...
- Zerlina
Ma se colpa io non ho, ma se da lui
ingannata rimasi; e poi, che temi?
Tranquillati, mia vita;
non mi toccò la punta della dita.
Non me lo credi? Ingrato!
Vien qui, sfogati, ammazzami, fa tutto
di me quel che ti piace,
ma poi, Masetto mio, ma poi fa pace.
Batti, batti, o bel Masetto,
La tua povera Zerlina;
Starò qui come agnellina
Le tue botte ad aspettar.
Lascerò straziarmi il crine,
Lascerò cavarmi gli occhi,
E le care tue manine
Lieta poi saprò baciar.
Ah, lo vedo, non hai core!
Pace, pace, o vita mia,
In contento ed allegria
Notte e dì vogliam passar,
Sì, notte e dì vogliam passar.
(Parte.)