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Atto Secondo

Scena diciannovesima
Atto Secondo - Scena diciottesima Atto Secondo - Scena ultima

Il Convitato di Pietra e detti

La Statua

Don Giovanni, a cenar teco
M’invitasti e son venuto!

Don Giovanni

Non l’avrei giammai creduto;
Ma farò quel che potrò.
Leporello, un' altra cena
Fa che subito si porti!

Leporello (facendo capolino di sotto alla tavola)

Ah padron! Siam tutti morti.

Don Giovanni (tirandolo fuori)

Vanne dico!

La Statua (a Leporello che è in atto di parlare)

Ferma un po’!
Non si pasce di cibo mortale
chi si pasce di cibo celeste;
Altre cure più gravi di queste,
Altra brama quaggiù mi guidò!

Leporello

(La terzana d’avere mi sembra
E le membra fermar più non so.)

Don Giovanni

Parla dunque! Che chiedi! Che vuoi?

La Statua

Parlo; ascolta! Più tempo non ho!

Don Giovanni

Parla, parla, ascoltando ti sto.

La Statua

Tu m’invitasti a cena,
Il tuo dover or sai.
Rispondimi verrai
tu a cenar meco?

Leporello (da lontano, sempre tremando)

Oibò;
tempo non ha, scusate.

Don Giovanni

A torto di viltate
Tacciato mai sarò.

La Statua

Risolvi!

Don Giovanni

Ho già risolto!

La Statua

Verrai?

Leporello (a Don Giovanni)

Dite di no!

Don Giovanni

Ho fermo il cuore in petto
Non ho timor, verrò!

La Statua

Dammi la mano in pegno!

Don Giovanni (porgendogli la mano)

Eccola! Ohimé!

La Statua

Cos’hai?

Don Giovanni

Che gelo è questo mai?

La Statua

Pentiti, cangia vita
È l’ultimo momento!

Don Giovanni (vuol sciogliersi, ma invano)

No, no, ch’io non mi pento,
Vanne lontan da me!

La Statua

Pentiti, scellerato!

Don Giovanni

No, vecchio infatuato!

La Statua

Pentiti!

Don Giovanni

No!

La Statua

Sì!

Don Giovanni

No!

La Statua

Ah! tempo più non v’è!
(Fuoco da diverse parti, il Commendatore sparisce, e s’apre
una voragine.)

Don Giovanni

Da qual tremore insolito
Sento assalir gli spiriti!
Dond’escono quei vortici
Di foco pien d’orror?

Coro di diavoli (di sotterra, con voci cupe)

Tutto a tue colpe è poco!
Vieni, c’è un mal peggior!

Don Giovanni

Chi l’anima mi lacera?
Chi m’agita le viscere?
Che strazio, ohimé, che smania!
Che inferno, che terror!

Leporello

(Che ceffo disperato!
Che gesti da dannato!
Che gridi, che lamenti!
Come mi fa terror!)
(Cresce il fuoco, compariscono diverse furie, s’impossessano
di Don Giovanni e seco lui sprofondano.)

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