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Atto Secondo

Scena diciottesima
Atto Secondo - Scena diciasettesima Atto Secondo - Scena diciannovesima

Donna Elvira e detti.

Donna Elvira (antrando disperata)

L’ultima prova
dell’amor mio
Ancor vogl’io
fare con te.
Più non rammento
gl’inganni tuoi,
Pietade io sento.

Don Giovanni e Leporello

Cos’è?

Donna Elvira (s’inginocchia)

Da te non chiede
quest’alma oppressa
Della sua fede
qualche merce’.

Don Giovanni

Mi maraviglio!
Cosa volete?
(Per beffarla s’inginocchia) Se non sorgete non resto in pie’.

Donna Elvira

Ah non deridere
gli affani miei!

Leporello

(Quasi da piangere
mi fa costei.)

Don Giovanni (alzandosi e facendo alzare Donna Elvira)

Io te deridere!
Cielo, e perché?
(con affettata tenerezza)
Che vuoi, mio bene!

Donna Elvira

Che vita cangi!

Don Giovanni (beffandola)

Brava!

Donna Elvira

Cor perfido!

Don Giovanni

Lascia ch’io mangi,
E se ti piace,
mangia con me.

Donna Elvira

Rèstati, barbaro!
Nel lezzo immondo
Esempio orribile
d’inquinità!
(Parte.)

Leporello

(Se non si muove
al suo dolore,
Di sasso ha il core,
o cor non ha.)

Don Giovanni

Vivan le femmine,
Viva il buon vino!
Sostegno e gloria
d’umanità!

Donna Elvira

Ah!
(Di dentro poi rientra, traversa la scena fuggendo, esce
da un’altra parte.)

Don Giovanni e Leporello

Che grido è questo mai?

Don Giovanni

Va a veder che cosa è stato.
(Leporello esce.)

Leporello

Ah!

Don Giovanni

Che grido indiavolato!
Leporello, che cos’è?

Leporello (entra spaventato e chiude l’uscio)

Ah, signor, per carità!
Non andate fuor di qua!
L’uom di sasso, l’uomo bianco,
Ah padrone! Io gelo, io manco.
Se vedeste che figura,
se sentiste come fa
Ta! Ta! Ta! Ta!
(imitando i passi del Commendatore.)

Don Giovanni

Non capisco niente affatto.
Tu sei matto in verità.
(Si batte alla porta.)

Leporello

Ah sentite!

Don Giovanni

Qualcun batte!
Apri!

Leporello (tremando)

Io tremo!

Don Giovanni

Apri, dico!

Leporello

Ah!

Don Giovanni

Per togliermi d’intrico
Ad aprir io stesso andrò.
(Prende il lume e la spada sguainata a va ad aprire.)

Leporello

(Non vo’ più veder l’amico
Pian pianin m’asconderò.)
(Si cela sotto la tavola.)

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