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IX
LA MADDALENA AI PIEDI DI CRISTO
Madrigali.
1
Et ecce mulier, quae erat in civitate peccatrix...
     E cosí, dunque, ornata 
al tuo sovrano amante 
ne vai davante, o nobil giovinetta? 
incomposta, negletta, 
ov’è de’ fregi tuoi la pompa usata? 
O scaltra quanto bella e quanto amata, 
troppo ben sai ch’al vago tuo celeste 
non aggradan bellezze altre che queste!
2
... attulit alabastrum unguenti.
     — Per veder Salomon, venne in Giudea 
la reina sabea; 
io vengo al mio verace 
Fonte di sapienza e Re di pace. 
Oro ed odori arrecò quella: io meco 
òr di capegli, odor d’unguenti arreco: 
quella da lui volea 
solo il dubbio disciolto; io solo ho voglia 
che dal peccato l’anima mi scioglia. —
3
     — Odoriferi unguenti 
io porto a te, Signore; 
porto meco l’odore 
per coprir con gli aromati soavi 
l’immondo lezzo de’ miei falli gravi, 
e, ferita di strali aspri e pungenti, 
arreco il salutifero licore 
per le piaghe del core. —
4
Stans retro, exaudivit Dominus vocem fletus mei.
     Maddalena, tu piagni: 
ma come può il tuo pianto, 
se ’l volto fuggi de l’amato Cristo, 
esser dagli occhi suoi gradito o visto? 
Oh consiglio d’amor sagace e santo, 
quelle lagrime belle, onde ti bagni, 
eloquenti e non mute, 
sai ch’ascoltate son, se non vedute.
5
Osculabatur pedes eius.
     — Suol d’amicizia in segno 
baciar, deposto ogni grav’odio antico, 
il nemico al nemico. 
E suol d’amore in pegno 
baciarsi in dolce onesto atto vezzoso 
nova sposa con sposo. 
Io, Signor, che ne vegno 
oggi a celebrar teco e nozze e paci, 
ecco che ne’ tuoi piè stampo i miei baci. —
6
Lachrymis coepit rigare pedes eius et capillis capitis sui tergebat.
     Dalla testa e da’ lumi 
e di chiome e di lagrime confonde, 
sparse in lucide stille e ’n tepid’onde, 
costei, torrenti e fiumi. 
Oh ricchezza, oh tesoro! 
Due piogge: una d’argento e l’altra d’oro.
7
     In convito pomposo 
offerse Cleopatra al fido amante 
di perle in vasel d’oro 
cibo insieme e tesoro; 
ed or la tua fedel, caro amoroso, 
in questa ricca mensa, a le tue piante, 
mira, deh, mira come 
offre in lagrime perle ed oro in chiome!
8
     Perch’ogni macchia immonda 
purgasse in su l’entrar del tempio sacro, 
dal cristallo e da l’onda 
il sacerdote avea specchio e lavacro. 
E costei, che vuol far del proprio core 
sacrificio al Signore, 
pria si specchia in se stessa e lava poi 
col pianto i falli suoi.
9
     — Con una treccia sparsa e l’altra accolta, 
la barbara reina 
corse alla babilonica ruina. 
Io con la chioma tutta a terra sciolta, 
Signor, corro in difesa 
a la cittá confusa e quasi presa 
de l’anima, ch’assale 
il nemico infernale. —
10
Vulnerasti cor meum in uno crine colli tui.
     Poiché rotte e distrutte 
vider degli archi lor le corde tutte, 
le guerriere latine 
fecero agli archi lor corde del crine. 
O bellissima arciera, e tu che scocchi 
strali ardenti dagli occhi 
per ferire il tuo Cristo, ecco a le frecce 
aggiungi anco le trecce! 
Come possibil fia che chiome e sguardi 
non gli pungano il cor con mille dardi?
11
     Comprò con aurea pioggia 
le bellezze di Danae il sommo Giove. 
Oh meraviglie nove! 
Or in piú strana e disusata foggia, 
sciogliendo il crin, d’Amor pompa e tesoro,
in un diluvio d’oro, 
ecco che fa la bella Danae acquisto 
di Giove no, di Cristo.