< Ellade
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Achille Giulio Danesi - Ellade (1886)
III
A Venere Capitolina.
A Venere Capitolina.
◄ | II | IV | ► |
O Venere, favelli? Ed io t’ascolto
Mentre in cor piovi una confusa brama.
L’anima mia viva ti sente, e t’ama
Per quelle membra tue, per quel tuo volto.
In te del bello ogni splendore è accolto,
Che alcun descrisse o cui decanta fama.
Non fe’ tua pari mai Budda, nè Brama,
Nè quanti adora Numi il volgo incolto.
Chiara, soave, pudibonda e bella
Sorgesti Iddia dallo spumante mare,
Che al tuo sorriso non sentì procella.
Amò la terra e il ciel; d’erbe, di fiori
Spuntava la famiglia al tuo passare,
E lascivia la schiera degli Amori.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.