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Achille Giulio Danesi - Ellade (1886)
IV
Alla medesima.
Alla medesima.
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Sul carro tuo, da passeri condotta,
Per corso aereo a Giove t’estollesti,
E cadde al Nume, allor che sorridesti,
La folgore di mano estinta e rotta.
Ecco, allorquando intenebrato annotta,
Dal ciel tu scendi, i talami ridesti.
Tu lieti fai gli umani petti mesti,
Spiri de’ vati sulla lira dotta,
Che dolce e arcana una letizia infonde,
Mesci gioia e velen nel core umano
Tu della terra donna e tu dell’onde.
Spirami, dea: delle tue gioie parte
Svelami, ridi, porgimi la mano...
Ma parlo al marmo? Oh! illusïon dell’Arte.
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