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Anche all’infuori dell’indulgenza, che si esercita soprattutto nel campo morale e nel circolo della famiglia e degli amici, il vecchio è tollerante per tutte le opinioni; purché non tocchino i dogmi dell’onestà e della dignità umana.
All’infuori di questo sancta sanctorum, che giovani o vecchi dobbiamo tutti difendere e rispettare, il vecchio, che non ha più né ciechi fanatismi, né ardenti passioni, sa che tanto a sinistra come a destra e anche nel centro c’è del buono e c’è del vero, e pur conservando le proprie opinioni, rispetta le altrui.
Il giovane è apostolo, ed è bene che lo sia. Il vecchio è convertito da un pezzo ad una religione politica, etica e religiosa, che è sua e che non diserta più, pur senza avere la superbia di credersi infallibile e di giudicar sbagliate tutte le opinioni contrarie alla propria. C’è posto, egli dice, per tutti; per i codini e per i socialisti, per i cattolici e per gli atei. Tanto tanto dobbiam vivere gli uni accanto agli altri. Vediamo di viaggiare di buon accordo, tollerandoci a vicenda. Rispettiamo le nostre donne e i nostri averi, e basta.
All’apostolato poi il vecchio ha rinunziato da un pezzo. Crede poco alla sua efficacia e ha poco tempo da buttar via. Sulle conversioni politiche, morali, religiose è molto scettico e diffidente, e ne ha la stessa opinione che per l’onnipotenza dell’educazione.
Il nuovo lo interessa, si compiace dell’antico; ma soprattutto gode del presente, che assapora lentamente e con epicurea voluttà.
Il vecchio autocratico, codino, retrogrado, è o decrepito o malato. Concedo al vecchio d’essere conservatore: anzi è fisiologico, è naturale ch’egli lo sia, ma retrogrado mai.
Il vecchio sano nel corpo, nel cuore e nel pensiero, guarda all’avvenire con la stessa compiacenza con cui lo guardano il giovane e l’adulto. Soltanto è più prudente sui metodi per raggiungerlo: fors’anche l’avvenire ch’egli sogna e spera sarà un po’ diverso da quello che sogna e spera il giovane, ma anch’egli lo desidera più giusto e meno ipocrita.
Il vecchio liberale è uno dei tipi più simpatici, più cari della umana famiglia.
Quando vedo e ascolto un uomo, che con i capelli bianchi, parla con entusiasmo e con calda fede del progresso, del trionfo della verità giusta, della sana idealità contro la superstizione io mi sento commosso e lo guardo con tenerezza piena di ammirazione. Provo la stessa alta emozione, che mi danno le alte cime delle Alpi, quando le indora il sole. Neve e ghiaccio sì, ma frementi anch’essi sotto il palpito di quel babbo celeste, che semina la vita sui suoi pianeti, dicendo a tutte le creature: avanti, avanti sempre!