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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
ER CONFESSORE MIO
La viggijja der nome de Maria,
Viscino a mezzoggiorno, un de li frati
Francescani minori ariformati
Me portò a cconfessamme1 in zagristia.
Dico er confideor, raschio, e ppoi via via
J’incomincio a sfilà li mi’ peccati:
E er frate co’ li gommiti appoggiati
Stava a ssentì la confessione mia.
Quann’ecco, incirca a la mità2 de quella,
Den den dèn, den den dèn, for de la porta
Se3 sente sbatoccà4 una campanella.
Hai visto er frate? S’arza sù addrittura,
Strillanno: “Un’antra5 vorta, un’antra vorta,
Perchè adesso ho un affare de premura.„
5 giugno 1834
- ↑ Confessarmi.
- ↑ Metà.
- ↑ Si.
- ↑ Sbatoccare, verbo derivato da batocchio (battaglio), che il popolo dice batocco.
- ↑ Altra.
Note
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