Questo testo è incompleto.
Primo, conzijjà li dubbiosi L'arisposta de Teta
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

ER CURATO BBUFFO.

     Quer mi’ curato ha sta manìa curiosa
Che in tutto vò fficcà la riliggione.
La mette a ppranzo, a ccena, a ccolazzione,
Ner camminà, nner ride,1 in oggni cosa.

     Arriva ar punto sto prete bbuffone,
Che cquanno a ccarnovale io sposai Rosa
Me disse ch’er cunzumo2 de la sposa
S’aveva da pijjà cco ddivozzione.

     Io?! Co la furia che mm’intese ssciojje3
Me je bbuttai addosso a ccorpo morto
Senza manco penzà che mm’era mojje.

     Sarebbe er madrimonio un ber4 conforto,
Quanno er cacciasse5 quer tantin de vojje
Sce diventassi6 un’Orazzione all’Orto!

23 dicembre 1834

  1. Nel ridere.
  2. Il consumo.
  3. Mi sentii sciogliere.
  4. Bel.
  5. Il cacciarsi.
  6. Ci diventasse.

Note

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