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Un'erlíquia miracolosa Le cappelle papale
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

ER PADRACCIO

     Vestì1 li fiijj? lui! Santa pascenza!2
Che cc’entra lui co’ li carzoni rotti?
A llui j’abbasta d’annà a li ridotti
A ggiucà a zzecchinetto; ecco a cche ppenza.

     Ebbè, cquanno ho strillato? me dà udienza
Com’er Papa dà rretta a li sciarlotti.3
Bbisoggna che l’abbìla4 io me l’iggnotti;5
Nun c’è antro da fà, ssora Vincenza.

     Tutto er mi’ studio è ppregà Iddio che vvinchi.6
Nò cc’allora sce7 speri quarc’ajjuto
Ma ppe’ avè mmeno carci in ne li stinchi.

     Quela bbestiaccia io la conosco ar pelo;
E quanno torna a ccasa c’ha pperduto,
Sora Vincenza mia, òprete scelo!8

14 aprile 1835

  1. Vestire.
  2. Santa pazienza.
  3. Ciarlòtti, specie di uccelli. Questo è un proverbio popolare.
  4. La bile.
  5. Me la inghiottisca, me la inghiotta.
  6. Vinca.
  7. Ci.
  8. Apriti cielo!, cioè: “che rovina!, che inferno!„, ecc.

Note

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