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La commuggnon de bbeni Li cani d'un prete
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1837

ER PANGILINGUA

     Nò, nnò, ddoppo quer gran spropositone
Nun je diedi antro1 tempo, nun je diedi.
Vortai strada de bbòtto e mme n’aggnedi,2
Senza volé ppiù vvede3 priscissione.

     Preti! ministri de la riliggione!
C’hanno sempre er Vangelio tra li piedi!
Che cciangotteno4 ppiù Ppassî e ppiù Ccrèdi
Che nun tiè ppurce addosso un can barbone!

     De sta tinta se stroppia5 er Pangilingua?
Sto bber fior de resìe6 vanno cantanno,
Che jje se pòzzi7 inverminì la lingua?

     Incollato?! Che mmoras incollato!8
Ho ssempre intes’a ddì9 da trentun’anno
Che Ccristo in crosce sce morì inchiodato.

28 maggio 1837

  1. Altro.
  2. Me ne andai.
  3. Vedere.
  4. Borbottano.
  5. Di cotal modo si storpia.
  6. Eresie.
  7. Gli si possa.
  8. Moras incolatus.
  9. Dire.

Note

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