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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847
ER PAPA.
Bisogna dì ch’er Papa cuanno è Ppapa
Diventi granne peggio d’un colosso,
Ch’ogni pelo je creschi come un osso,
E abbi ogn’occhio più ggranne d’una rapa.
Bisoggna dì ch’er sagro culo grosso
Ne li carzoni vecchi nun je capa, E cche l’u...... je s’abbòtti1 addosso
Come la pelle gonfia d’una crapa.2
Perché a Ccaster-Gandorfo3 a mman’a mmano
papa Grigorio indegnamente4 ha ddetto
A ttutto-cuanto er popolo romano,
Che cquanno torna a Rroma, poveretto,
Vò annà abbità a Ssampietro in Vaticano,5
Perché a Mmonte-cavallo5 ce sta stretto.
Terni, 6 novembre 1832
- ↑ [Gli si gonfi.]
- ↑ Capra. [Allora, più assai che adesso, si usava trasportar l’olio dentro codeste pelli.]
- ↑ Castel-Gandolfo, terra contigua a Roma, ove è la villeggiatura de’ Papi.
- ↑ [“Espressione ironica di tal quale umiltà, di cui si fa molto uso.„ Così, altrove, lo stesso Belli.]
- ↑ 5,0 5,1 I due palazzi pontifici, attualmente abitabili, sono quelli del Vaticano e del Quirinale, detto Monte-Cavallo.
Note
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