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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
ER PRELATO DE BBONA GRAZZIA
Ciò1 er momoriale che mme fu arimesso
Dar Zanto-Padre a mmonziggnor Ciafrella?2
Bbe’, jjeri m’incontrai propio in lui stesso
Sott’a la casa de Maria Fichella.
Subbito curro e mme je faccio appresso.
Dico: “Eccellenza, io sò3 cquer tar Panzella
Che vorebbe sapé ccos’è ssuccesso
De quela grazzia si ppotessi avella.„4
Lui prima me squadrò cco l’occhialino;
Eppoi co’ ccerti termini sguajati
M’arispose: “Lei vadi ar zu’ cammino.„
E io: “Saette a ttutti li prelati,
Monziggnore mio caro, e mme j’inchino:
Mejjo soli che mmal accompaggnati.„
22 marzo 1834
Note
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