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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
LA SERVA DER CERUSICO
Nun c’è er padrone: ha avuta una chiamata
Pe’ ccurre1 a ffà ar momento ’na sanguiggna,
A Ppasquino2 a ’na pover’ammalata,
C’ho intes’a ddì cche ssii frebbe3 maliggna.
Eppoi pijja un straporto4 e vva a ’na viggna
For de ’na scerta5 porta ch’è sserrata,6
A ccurà ’na cratura co’ la tiggna,
Che da un mese nun l’ha ppiù vvisitata.
A pproposito!... oggi entra carnovale!
Ebbè, vvoi lo trovate a or de7 Corza8
Drento da Scesanelli9 lo spezziale.
Ché oggn’anno in quer frufrù10 dde la ripresa
Quarche ddisgrazzia ha d’accadé ppe’ fforza,
E ppe’ ggrazzia de ddio s’è ssempre intesa.11
22 marzo 1834
- ↑ Correre.
- ↑ Sulla Piazza di Pasquino.
- ↑ Febbre.
- ↑ Trasporto.
- ↑ Certa.
- ↑ Le porte disusate di Roma sono la Pinciana, la Fabbrica e la Castello, la prima sotto il Pincio, la seconda presso la Fabbrica di S. Pietro in Vaticano, e la terza accanto alle fosse del Castello, già Mausoleo di Adriano.
- ↑ A or de’: ad ora di, ecc.
- ↑ Corsa.
- ↑ Questo farmacista Cesanelli, notissimo per le sue prugne purgative (chiamate volgarmente le bbruggne de’ Scesanelli), ha il suo laboratorio al punto della ripresa de’ barberi.
- ↑ Frufrù: tumulto, confusione.
- ↑ Udita, vedi la nota 5 del Sonetto...
Note
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