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L'avaro (Belli) La Madòn de la neve
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

ER BOCCONE LITICATO

     Ohé, ohé, l’hai visto quell’artóne1
Che jj’ho ppassato adesso l’immassciata?2
Oh ddio che rride!3 oh cche ccommedia è stata!
T’avevi da trovà ddietr’un cantone.

     Dico: “Sc’è mmonzù Ajjè.„ Ddisce: “Padrone.„
E intanto la siggnora è ddiventata
Una fiàra de foco, e la cuggnata
Come un fojjo de carta fiorettone.

     Sappi c’a mmé mm’ha cconfidato Nina
La cammeriera, che er monzù ffrancese
Aveva da sposà la padroncina.

     Ma la padrona, a la stracca a la stracca,
Tant’ha ssaputo fà, cche in capo a un mese
L’ha mmesso ar punto de vortà ccasacca.

14 settembre 1835

  1. Quell’uomo alto.
  2. Pel quale ho adesso passato, ecc.
  3. Oh Dio, che ridere!

Note

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