Questo testo è incompleto.
Er boccone liticato Le man'avanti
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

LA MADÒN DE LA NEVE

     La Madòn de la neve è una Madonna
Diverza assai da la Madòn de Monti,
Da quell’antra1 viscin’a ttor de Conti
E da quella der zasso a la Ritonna.2

     Sopra de lei m’ariccontava nonna,
Fra ttant’antri3 bbellissimi ricconti,
’na storia vera da restacce tonti,4
Che nnun ze n’è ppiù intesa la siconna.

     Ciovè cche un cinqu’agosto, a ora scerta,5
Nevigò in zimetrìa su lo sterrato
Fra vvilla Strozzi e ’r palazzo Caserta.6

     E intanto un Papa s’inzoggnò un sprennore;7
E “Vva„, ss’intese dì: “ddov’ha ffioccato
Fa’ ffrabbicà8 Ssanta Maria Maggiore.„9

14 settembre 1835

  1. Altra.
  2. [Alla Rotonda]: al Panteon.
  3. Tanti altri.
  4. Da restarci attoniti.
  5. Ad ora certa.
  6. [I quali, naturalmente, al tempo cui risale la leggenda, erano ancora in mente Dei.]
  7. Si sognò, sognò uno splendore.
  8. Fa’ fabbricare.
  9. [“Rimontane l’origine al 852, sotto il pontificato di san Liberio, e venne eretta in seguito di una visione che questi e Giovanni Patrizio, nobile romano, ebbero nella stessa notte, e che il seguente mattino, ossia il 5 agosto, si trovò confermata dalla prodigiosa caduta di neve; prodigio che diede luogo alla festa che si celebra nella stessa chiesa ricorrendo l’anniversario di quel giorno. La neve copriva giusto lo spazio che contener doveva il santuario, ed è perciò che questo prese il nome di S. Maria ad Nives e di Basilica Liberiana; oggi però vien chiamata S. Maria Maggiore, essendo la principale fra le chiese di Roma dedicate alla Madonna., Nibby, Itinerario di Roma ecc., corretto ed ampliato ecc. dal prof. Filippo Porena; Roma, 1883; pag. 130.]

Note

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