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E sse magna! Le cose perdute
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

ER CODISCE NOVO

     Poveri gonzi,1 currete, currete
A llegge2 sti lenzoli a li cantoni:
Che vve penzate, poveri cojjoni?,
De trovacce da bbeve pe’ cchi ha ssete?

     Ve lo dich’io si mmai nu lo sapete
Che cce sta scritto in cuelli lenzoloni:
’n’infirza3 de gastighi bbuggiaroni
Da facce inciampicà4 cchi nun è pprete.

     Varda llì! pe’ ’gni càccola5 ’na Legge,6
’na condanna, un fraggello, un priscipizzio!,
Accidentacci a cchi ssa scrive e llegge.

     Bono c’a ste cartacce chi ha ggiudizzio
Pè mmannajje ’na sarva7 de scorregge8
Cor pijjà la patente a Ssantuffizzio.9


Terni, 9 novembre 1832

  1. Sciocchi.
  2. Leggere.
  3. Una filza.
  4. Inciampare.
  5. Minuzia.
  6. Una legge (con entrambe le e larghe).
  7. Salva.
  8. Peti.
  9. I così detti patentati di Sant’Offizio, investiti di certi privilegi molto favorevoli alle impunità.

Note

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