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Le truppe de Roma Li connimenti
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1837

ER FIJJO D'ORO

     Che ttalento de fijjo! Uh bbenedetto!
Je spunteno le grazzie co’ li denti.
C’è la commare che nn’ha ffatti venti
e cce ggiura ch’è un angelo, un folletto.

     Eccolo, ancora me s’attacca ar petto,
sì e nnò vva ssolo, e ggià ddisce accidenti.
Ha ttrenta mesi a mmaggio, e, ssi1 lo senti,
bbiastima,2 fijjo mio, com’un ometto.

     Lui pe’ strada ’ggni bbrécciola3 che ttrova
nun pò ttiralla chè jj’amanca er fiato,
ma bbisoggna vedé ccome sce prova.

     Si ttanto me dà ttanto4 appena nato,
da granne ha da venì ’na cosa nova:
ha da dà rresto5 a ttutto er viscinato.

11 marzo 1837

  1. Se.
  2. Bestemmia.
  3. Breccia, per «sassolino, pietruzza».
  4. Giustissima regola del tre.
  5. Ha da dar brighe.

Note

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