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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1844
ER FIJJO MASCHIO
Bbe’? A li discorzi che mmó avemo intesi,
Sor’Artomira, sce sò nnòve bbone.
È vvienuto er maschietto eh sor Zimone?
Se vederà sti lanternoni accesi.
Viè, ccocco mio... Salute come pesi!
E cquesto cqui vvò ddiventà un Zanzone!
Ma davero che ppezzo de fijjone!
Nun pare una cratura de tre mmesi?
Guarda si cche ccapelli appena nato!
Senti che ccarne toste e scrocchiarelle!
Eh cquesto se pò ddì bbell’e allevato.
E ccome fissa! e ccome striggne! e ccome
Succhia er deto! Ve scortica la pelle.
E sse chiama? Pasquale? Un gran ber nome!
8 dicembre 1844
Note
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