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C'è de peggio La fin der Monno
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1831

ER GIORNO DER GIUDIZZIO

     Cuattro angioloni co’ le tromme in bocca
Se metteranno uno pe’ cantone
A ssonà: poi co’ ttanto de voscione
Cominceranno a ddì: ffora a cchi ttocca.

     Allora vierà ssù una filastrocca
De schertri da la terra a ppecorone,1
Pe’ rripijjà ffigura de perzone,
Come purcini attorno de la bbiocca.2

     E sta bbiocca sarà ddio bbenedetto,
Che ne farà du’ parte, bbianca, e nnera:
Una pe’ annà in cantina, una sur tetto.

     All’urtimo usscirà ’na sonajjera3
D’Angioli, e, ccome si ss’annassi a lletto,
Smorzeranno li lumi, e bbona sera.

25 novembre 1831 – Der medemo

  1. Camminando cioè con mani e piedi.
  2. Chioccia.
  3. Un formicaio, ecc.

Note

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