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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1831
LA FIN DER MONNO
Come saranno ar monno terminate
Le cose c’ha ccreato Ggesucristo,
Se vederà usscì ffora l’Anticristo
Predicanno a le ggente aridunate.
Vierà ccór una faccia da torzate,
Er corpo da ggigante e ll’occhio tristo:
E pper un caso che nun z’è mmai visto,
Nasscerà da una monica e dda un frate.
Poi pe’ ccombatte co’ sta bbrutta arpia
Tornerà da la bbùscia de San Pavolo
Doppo tanti mil’anni er Nocchilia.1
E appena usscito da l’inferno er diavolo
A spartisse la ggente cór Messia,
Resterà er Monno pe’ sseme de cavolo.
25 novembre 1831 - De Pepp’er tosto
- ↑ Credenza romanesca, che da un buco, sconosciuto, presso la Basilica di S. Paolo usciranno Enoc ed Elia, chiamati dal popolo, con un solo vocabolo: er Nocchilia.
Note
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