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La fin der Monno Er peccato d'Adamo
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1831

LA GGIOSTRA A GGOREA

     Ieri sì che ffu ggiostra! Che bbisbijjo!
Figùrete che Mmeo1 de Bborgonovo
A vvent’ora er bijjetto nun l’ha ttrovo:
Epperò dde matina io me li pijjo.

     Cristo, che ccarca!2 pieno com’un ovo!
Nun ce capeva ppiù un vago de mijjo!
Le gradinate poi!... io e mmi’ fijjo
Paremio3 propio du’ purcini ar covo.

     Che accidente de toro! D’otto cani
A ccinque j’ha ccacciato le bbudella,
E ll’antri l’ha schizzati4 un mio5 lontani.

     E cquer majjone6 vôi ppiù ccosa bella?
Eppoi, lo vederai doppodomani:
Bbast’a ddì c’ha sfreggnato7 Ciniscella!8

25 novembre 1831 – Der medemo

  1. [Bartolomeo]
  2. Calca.
  3. Parevamo.
  4. In senso attivo: “scagliàti„.
  5. Un miglio.
  6. Toro castrone.
  7. Ferito con lacerazione.
  8. Cinicella: soprannome di un famigerato giostratore nativo di Terni.

Note

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