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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1838
ER GIURAMENTO
Questo nò: in ne l’esàmi er giuramento
Se1 dà a li tistimonî: er reo nun giura.
Io nun ho mmai ggiurato; e sta’ ssicura
Che de proscessi ho ggià spallato er cento.
Quer mette2 un pover’omo in ner cimento
De dì3 ’na verità ccontro natura
Sarìa ’na sscelleraggine addrittura,
Peggio che ssi jje dàssino4 er tormento.
Si ppoi5 un proscessante der governo
Protennessi6 incastramme la cusscenza
Tramezzo de la forca e dde l’inferno;
Tra cquer po’ de pappina e sto ssciroppo,
Io bbaderìa più ppresto7 a la sentenza
Che vviè8 pprima c’a cquella che vviè ddoppo.
24 gennaio 1838
- ↑ Si.
- ↑ Quel mettere.
- ↑ Di dire.
- ↑ Se gli dassero.
- ↑ Se poi.
- ↑ Pretendesse.
- ↑ Piuttosto.
- ↑ Che viene.
Note
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