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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
ER NÒTO.
Sai? Lo sposo1 de Mea la lavannara,
Còcco Sferra, quer bravo nôtatore,
propio mó sto fiumaccio traditore
je l’ha ffatta tra er Passo e la Leggnara.
Chi ddisce che in ner roppe la fiumara
je pòzzi èsse2 arrivato er zangue ar core:
chi ddisce un capoggiro, chi un tremore,
e cchi ddisce pe’ ffà ttroppa caggnara.3
Sii l’una o l’antra, o cquarche granchio, oppuro4
ch’er fiume j’abbi fatto mulinello,
fatt’è cche s’è affogato de sicuro.
Com’è ito a ffinì, ppovero Sferra!
Che ssò li fiumi!5 Disce bbene quello:
loda lo mare e attacchete6 a la terra.
10 dicembre 1834
- ↑ Sposo, con entrambe le o strette.
- ↑ Gli possa essere.
- ↑ Per far troppo chiasso, allegria incomposta, disordinata.
- ↑ Oppure.
- ↑ Che cosa sono i fiumi!
- ↑ Attàccati.
Note
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